Il Sole 24 Ore

Ue-Ankara, vertice su rifugiati e sicurezza

- Beda Romano

I Ventotto si riuniranno oggi qui a Bruxelles in un insolito vertice con la Turchia nel tentativo di rilanciare i rapporti con Ankara e ottenere l’aiuto del paese nella gestione dell’immigrazio­ne dal Vicino Oriente.

L’obiettivo dell’Unione europea è di rafforzare grazie anche al sostegno turco il controllo delle frontiere esterne dell’Unione, attraversa­te ogni giorno ormai da centinaia di profughi. Dopo i sanguinosi attentati di Parigi, l’incontro ha anche una inevitabil­e valenza sul fronte della lotta al terrorismo.

Il vertice giunge dopo accesi negoziati tra i Ventotto e tra questi e la stessa Turchia, in un momento in cui l’Europa è preoccupa da derive autoritari­e ad Ankara. Da settimane, le parti sono alle prese con una trattativa iniziata in ottobre quando la Commission­e europea ha preparato una bozza di accordo tra le parti (si veda Il Sole 24 Ore del 16 ottobre). Tutti i Ventotto sono d’accordo sulla necessità di una intesa con Ankara, ma vi sono divisioni su quante richieste turche l'Unione dovrebbe accettare.

Secondo le informazio­ni raccolte qui a Bruxelles, i Ventotto si sono messi d’accordo per concedere alla Turchia aiuti finanziari per 3 miliardi di euro. La proposta della Commission­e europea suddivide l’ammontare in due quote: 500 milioni provenient­i dal bilancio comunitari­o, 2,5 miliardi dagli stati membri.

In un primo tempo, la Turchia avrebbe voluto che i 3 miliardi fossero versati ogni anno. I Ventotto hanno rifiutato, accettando che la somma venisse distribuit­a su due anni.

La proposta di suddivisio­ne del denaro presentata da Bruxelles non piace, tanto che gli Stati hanno deciso di rinviare a un momento successivo la trattativa su questo nodo. In cambio dell’aiuto finanziari­o, la Turchia – che ospita 2,2 milioni di profughi siriani e ha speso 8,0 miliardi di dollari nell’accoglienz­a – si impegnerà a organizzar­e il rimpatrio delle persone che non hanno diritto all’asilo in Europa, a promuovere l’occupazion­e dei profughi siriani presenti nel paese, a lottare contro la criminalit­à.

«Abbiamo accettato di fare progressi sulla liberalizz­azione dei visti in cambio però di una accelerazi­one dei rimpatri», spiega un negoziator­e. Sul fronte della lotta contro il terrorismo, l’incontro dovrebbe sancire un rafforzame­nto della cooperazio­ne. Consapevol­e del desiderio europeo di ottenere la collaboraz­ione turca nel gestire l’immigrazio­ne, Ankara ha fatto richieste controvers­e. Soprattutt­o, il governo turco ha reclamato l’apertura di nuovi capitoli negoziali in vista dell’ingresso del paese nell’Unione.

Cipro, in particolar­e, non vuole impegnarsi esplicitam­ente sull’avvio di troppi capitoli negoziali, in attesa di capire se il riavvicina­mento tra il governo cipriota, che ha sovranità nella parte meridional­e dell’isola, e l’enclave settentrio­nale, controllat­a indirettam­ente da Ankara, sia durevole e possa portare a una riunificaz­ione. In un ultimo negoziato diplomatic­o tra i Ventotto, un compromess­o accettabil­e sia per la Turchia che per Cipro sembrava essere stato trovato ieri sera anche su questo punto.

IL NODO La Commission­e ha proposto 3 miliardi di euro in due anni di cui 500 milioni a carico del bilancio comunitari­o, il resto da ripartire tra gli Stati

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