Pd-Sel, Salvini, Alfano: tutti i nodi verso il voto
Sinistra da sola a Torino, Bologna, Napoli e Roma: il centrosinistra sopravvive solo a Trieste e Cagliari Per Renzi bivio a Milano tra Sala e le spinte di Pisapia - Il leader leghista possibile capolista
Con Sinistra italiana, ossia con Sel rafforzatasi con l’innesto di alcuni democratici usciti dalla casa madre come StefanoFass in aeAlf redo D’ At torre, oppure coni neo centristi di Alfano che si vanno a unire ai centristi di Casini? La mappa delle alleanze del Pd renziano in via di costruzione a livello locale è quantomai a macchi adi leopardo. Con un dato politico comunque evidente: l’ alleanza storica con i vendoliani è in crisi un po’ dovunque a livello locale, come è logico per un partito che a livello nazionale si pone come partito a vocazione maggioritaria tanto da aver fatto del premio alla lista invece che alla coalizione il cuore dell’Italicum. Ma dal momento che con la legge elettorale per i sindaci si vince in coalizione, il ruolo di Alleanza popolare (Ncd più Udc) come possibile e utile alleato del Pd alle amministrative del giugno 2016 emerge con evidenza. Con buona pace della sinistra interna che grida al“Partito della Nazione” con gli eredi di Berlusconi.
Quindi se il renzi ano numero 2 di Largo del Nazareno Lorenzo Guerini si incarica di precisare che in ogni caso «il Ncd non parteciperà alle primarie », il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che renziano non è, aggiunge subito che un conto sono le primarie un conto sono le alleanze elettorali. «Le alleanze sono l’antidoto al Partito della Nazione perché si fanno tra soggetti con profili politici diversi-dice Orlando -. E non c’è da scandalizzarsi se pezzi del centrodestra si staccano e decidono di aderire alla coalizione di centrosinistra purché questo avvenga su un profilo politico programmatico chiaro».
Sinistra italiana non appoggerà la ricandidatura di Piero Fassino a Torino, tanto per cominciare. Così come a Napoli vendoliani ed ex Pd si sono già schierati per la ricandidatura del sindaco uscente Luigi de Magistris. E a Roma è addirittura già in campo sotto le insegne di Sinistra italiana l’ ex iLettaF as sin a, decisione presa indipendentemente dall’esito delle future primarie. Nella rossa Bologna la situazione è ancora in divenire (c’è ancora da confermare la ricandidatura a sindaco di Virginio Merola, che unap arte del Pd vorrebbe sostituire ), masi va verso il definitivo distacco di Sinistra italiana. Città come Torino, Napoli, Bologna e Roma sono un segno evidente della frattura dell’ alleanza storica P d-S el. Che pure resiste in alcune città meno in vista, dove l’ esperienza di governoè andata bene e dovei sindaci corrono per la riconferma con la stessa alleanza tra Ps e sinistra: a Trieste Roberto Co sol inie a Cagliari Massimo Z edda.
Anche per il significato politico più generale, dunque, il caso di Milano costituirà “il” bivio. Il sindaco uscente Giuliano Pisapia, che ha confermatola sua volontà di non ricandidarsi, sta lavorando da settimane-in questo sollecitato dallo stesso Matteo Renzi - per la prosecuzione dell’esperienza positiva del modello Milano e della coalizione“arancione” di centrosinistra. Ma se il premier continua a pensare chela candidatura migliore è quella del commissario Expo Giuseppe Sala, il sindaco di Milano punta sulla sua vice Francesca Balzani in nome dell’unità del centrosinistra (Sala sarebbe appoggiato anche dal partito di Alfano, mentre Sinistra italiana ha già di fatto sbarratola porta ). Una serie di incontri a Palazzo Chigi forse già la prossima settimana anche se tra i collaboratori del premier si sottolineano gli impegni internazionali dei prossimi giorni, a cominciare dalla conferenza parigina sul clima, facendo intendere che il chiarimento con Pisa pia e con Sala potrebbe slittare - dovrebbe portare il premier e segretario del Pd a imboccare una delle due strade: Sala con la probabile rottura del centrosinistra milanese o la meno competitiva Balzani con un centrosinistra unito. Unica consolazione, dal punto divi stadi Largo del Nazareno, è che il centrodestra è ancora in alto mare nella capitale lombarda: ieri il leader della Lega Matteo S al vini-sfilandosi dalla corsa a sindaco-hadatola sua disponibilità ad essere capolista a Milano e ari coprireil ruolo di assessore nel caso in cui il centrodestra vincesse, ma per il momento il candidato non c’è.
Tornando alle scelte del Pd, resta sulla sfondo i ruolo degli alleati centristi di Alfano, che unici assiemea( forse) Scelta civica si schiereranno con il P dal referendum confermativo sulla riforma del Senato e del Titolo V previsto per l’autunno del 2016, pochi mesi dopo le comunali. È quel referendum, e non il voto pur importante nelle città, che nell’ ot ti cadi Renzi sarà lo spartiacquedella legislatura e ridisegnerà il quadro politico in vista delle elezioni nazionali: riformisti da una parte, gufi e conservatori dall’altra. Uno scenario di cui il premier terrà sicuramente conto nelle scelte dei prossimi giorni.
FATTORE REFERENDUM La consultazione sul nuovo Senato sarà per Renzi il vero spartiacque: riformisti da una parte (Pd e Ncd) e conservatori dall’altra