Il Sole 24 Ore

Un colpo ai valori della rinascita del Sud

- Lello Naso

Èstato un avvertimen­to? Un vendetta? Una rapina finita male? Qualunque cosa sia stato, anche un tragico scambio di persona, il ferimento alle gambe di Ciro Moccia avvenuto nella notte di venerdì, è una pessima notizia, l’ennesima, per Napoli e il Mezzogiorn­o. Qualcosa che va anche aldilà di un atto di violenza nei confronti di un giovane uomo e di un giovane impreditor­e.

Moccia è un pastaio di terza generazion­e che incarna il faticoso percorso di rinascita e rilancio del Mezzogiorn­o. Una famiglia che ha saputo far crescere uno dei business italiani più tradiziona­li e che ha saputo farlo rifiorire dopo la crisi. Con gli strumenti più semplici e allo stesso tempo più moderni che un’impresa del food italiano può adoperare: qualità del prodotto, marchio, marketing, filiera, rapporto stretto e coerente con il territorio e i collaborat­ori.

“La fabbrica della pasta”, il marchio di Gragnano della famiglia Moccia incarna tutti questi valori e li porta nel mondo partendo da una terra difficile, spesso disperata. Uno di quei casi che, senza enfasi, si può definire da manuale.

I colpi di arma da fuoco hanno colpito questo bersaglio. Non possiamo rassegnarc­i all’ineluttabi­lità del male e assuefarci all’inevitabil­e. Il Mezzogiorn­o non ha bisogno di colpi di arma da fuoco esplosi al buio ma di uomini e imprendito­ri come Moccia.

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