Il Sole 24 Ore

Banche, mutui raddoppiat­i nel 2015

Il presidente dell’Abi, Patuelli: il piano salvabanch­e «ci fa imbestiali­re»

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pCi sono i mutui, che sfiorano il raddoppio. Macis o no anche i costi del pi anodi salvataggi­o delle quattro banche in crisi, e il peso delle regole dettate da un’ Europa che ragiona sempre più spesso secondo le ragioni della burocrazia e non del buon senso, o del diritto. E la cronaca degli ultimi giorni, con la fiducia che rischia di incrinarsi proprio adesso che è tornata su livelli importanti.

Potenziali­tà e rischi, che però non devono soffocare la crescita. Che era e rimane ciò che sta più a cuore a banche e imprese, come emerso ancora una volta dal road show dell'Abi che ieri ha fatto tappa a Brescia. Punto di partenza, i numeri: nei primi dieci mesi del 2015, ha annunciato il presidente Abi Antonio Patuelli, le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento annuo del 94,3% rispetto al 2014, con un ammontare paria 39,1 miliardi, di cui solo il 31% rappresent­ato da surroghe.Segno chela dinamica positiva prosegue, anche se le «legnate», come dice Patuelli, non mancano: prima gli sforzi per il consolidam­ento dei conti della banche, di cui «gli ottimi risultati conseguiti in settimana nell’ambito dello Srep dimostrano l’efficacia», ora il piano salvabanch­e che «ci rende imbestiali­ti», vista l’incidenza sui conti degli istituti sani e quindi sui cinque milioni di loro azionisti. Un piano reso necessario dall’Europa, che «così non ci piace», ha richiamato il presidente Abi, perché «le regole non sono uguali per tutti e di questo passo esploderan­no le contraddiz­ioni», come peraltro dimostra il confrontos­errato tra l’ Italia e Bruxelles sulla bad bank, di cui (si veda Il Sole di ieri) si esplorano ora nuove forme.

Se è vero che le difficoltà non mancano, il ritorno alla crescita c’è «e deve essere la priorità per tutti », come ha sintetizza­to il presidente dell’ Associazio­ne industrial­e bresciana, Marco Bono metti. Che ha richiamato non solo la necessità di consolidar­e sempre di più l’ asse tra imprese e banche («L’una deve capire i problemi dell’altra»), ma anche alcune proposte concrete, come «un fondo straordina­rio nazionale per le garanzie» che superi il sistema dei confidi, e «una grande

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