CALENDARIO ROMANO
La Triennale espone 25 anni di Calendari Inarea, realizzati dal celebre designer d’impresa Antonio Romano
ulla riesce ad arrivare nella profondità della nostra anima come quello che risveglia il nostro io bambino. Ecco perchè, anche nella comunicazione, chi riesce a parlare al fanciullo che è in noi, ha vinto». Con questa convinzione, e ovviamente la capacità di declinarla, Antonio Romano, oggi celebrato alla Triennale di Milano con una mostra antologica, ha costruito una carriera che ne fa senza dubbio il numero uno della comunicazione d’impresa in Italia. Le sue creazioni, cioè i brand e i “sistemi di identità“di molte grandi aziende, sono sempre costruite con oggetti familiari, di uso comune; ma nello stesso tempo presentati (o combinati tra loro) in modo da suscitare, appunto, quello “stupore bambino“che è garanzia di riconoscibilità in mezzo al gran frastuono pubblicitario.
Pugliese di Maglie, classe ’57, ex promettente mezzofondista, oggi perennemente in volo tra Milano e Roma come l’ape che è il logo della sua Inarea, Antonio Romano racconta di essere scampato solo per forza di volontà, e forse un pizzico d’incoscienza, al suo destino di conduttore dell’azienda di trasporti di famiglia. Arrivato a Roma col sogno di inserirsi nel filone tipicamente italiano dei grandi architetti che sono capaci di creare la casa ma anche gli oggetti che vi sono contenuti, scommise già a 23 anni su uno studio tutto suo. Che poi era appena una stanza, però nei pressi di un caffè «dove passavo il tempo a scambiare idee ed esperienze con le persone più disparate, una specie di social network ante litteram che mi ha enormemente arricchito». Tre anni dopo, nel 1983, quasi per caso («aiutai un sindacalista a impaginare il suo giornale») il primo lavoro importante, per la Cgil: il quadrato rosso che il più grande sindacato italiano non ha mai abbandonato, e una serie di campagne in cui i messaggi erano affidati a guanti da lavoro, cerotti, mattoni, siringhe, fiocchi da scolaro.
Nel 1989, annunciata da una sagoma del Duomo fatta di pastelli che spuntano da una carta per imballaggio, l’apertura della sede milanese. Nel frattempo, la scelta di dividere la vita con Laura Pellegrini, dinamicissima manager che rappresenta per lui un’inesauribile riserva non solo di affetto, ma anche di energie e di ottimismo. Nel 2010, la più importante consacrazione, con una mostra antologica all’Ara Pacis di Roma. E adesso, in contemporanea con l’inaugurazione di un nuovo e più spazioso ufficio meneghino, la rassegna centrata su 25 anni di calendari, celebrata come vuole lo stile della casa da sei matite color argento disposte a formare il numero romano.
«Come tutto - sostiene - anche la comunicazione d’impresa è cambiata. Un tempo bastava riuscire a incidere il nome di un prodotto nella memoria dei consumatori per poi vivere di rendita. Oggi non basta più. La gente vuole conoscere le vicende e le persone che ci sono dietro il marchio. Il mio compito è quello di narrare storie attraverso ogni possibile forma Le singolari immagini ideate da Antonio Romano per il Calendario Inarea