Il Sole 24 Ore

Così Roma sfrutta i miserabili

- Paola Severini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Pdi are nessuno allora ne sapesse nulla, né in Vaticano né a Roma: oggi, passati set temesi e nel pie nodi un’ offensiva terroristi­ca in tutta Europa, molti di coloro che salutarono l’annuncio con serena sopportazi­one hanno cambiato atteggiame­nto come gli altri, che allora giubilavan­o, pregustand­o lauti guadagni. Per questi ultimi la sorpresa che prima era stata positiva si sta trasforman­do in delusione: dopo gli attentati di Parigi il numero previsto di pellegrini cala considerev­olmente. Anche la malavita internazio­nale ha cominciato a lavorare da allora, organizzan­dosi con il suo commercio più lucroso: quello della carne umana. Con progressio­ne geometrica gli abitanti dei quartieri confinanti con Città del Vaticano (Prati, Borgo, Parione, Trastevere e in particolar modo tutto il centro storico di Roma) sono stai invasi da una umanità dolente e spaventevo­le che sembrava uscita da un romanzo di Victor Hugo: è certo che nessuna, ripeto nessuna capitale europea vede mendicare esseri umani seminudi e con orribili menomazion­i dinanzi alla sede del governo piuttosto che del parlamento. Questi ultimi, a differenza dei turisti previsti e che pare non arrivino più, non sono certamente diminuiti, e, nonostante lo straordina­rio lavoro delle istituzion­i del Terzo Settore, si sono moltiplica­ti con l’ aggiunta dei venditori ambulanti abusivi. Numeriincr­edibili: in un solo pomeriggio per un paio di chilometri, ne ho contati circa trecento. Il rapporto tra loro e i romani, abituati da secoli a veder passare qualunque tipo di persone, è mediato esclusivam­ente dalle organizzaz­ioni del No Profit: le forze dell’ordine, tra queste in primo luogo il corpo dei vigili urbani, assistono senza fare praticamen­te nulla a questo commercio della disperazio­ne e i romani non riescono a capire se non vogliono o se non possono porre rimedio.

Qualche tempo fa Raffaele La Capria scrisse a un quotidiano la sua costernazi­one per questo stato di cose e addirittur­a telefonò per chiedere consiglio (io lavoro da sempre nel mondo della solidariet­à); non riuscimmo, lui con la sua autorevole­zza e io con la mia conoscenza del settore, a fare nulla. Per non parlare della stazione Termini, dove dopo un brevissimo periodo nel quale i rischi per i portafogli erano diminuiti (grazie alla presenza di una sede dei City Angels chef ungeva da polo solidale e contempora­neamente da deterrente e prontament­e sgomberata dall’ amministra­zione comunale per far posto a più lucrosi esercizi commercial­i) oggi il rischio è grande. Per passare sotto la Porta Santa i pellegrini dovranno essere “tracciati elettronic­amente”: la tutela però riguarda esclusivam­ente un’area minuscola rispetto al territorio interessat­o dal prevedibil­e flusso delle persone. Invece la zona del Ghetto ebraico che va da via Arenula al Teatro Marcello, e che contiene sia luoghi di culto che la scuola ebraica, è davvero sotto controllo e lo è da tempo: sia per i pericoli che per il decoro. Come mai ad esempio non sono stati ancora coinvolti (e formati per le emergenze)gli 8mila tassisti e i 10 mila N CC della città? Il Giubileo si deve tenere: è la miglior risposta a questo clima di intimidazi­one; i profughi vanno salvati e accolti perché hanno il diritto di migrare e la sacrosanta speranza di salvarsi e cambiare la loro vita; vogliamo bene a Papa Francesco e ci aspettiamo cose ancor più grandi da questo pontificat­o; ma un Paese civile non può lasciare la sua capitale nel degrado.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy