Madri del cambiamento
«Èla grande, interminabile conversazionedelle donne che trattiene il mondo nella sua orbita, se non ci fossero le donne che si parlano tra loro, gli uomini avrebbero già perso il senso della casa e del pianeta », scriveva J osé Sara mago, ed è un po' quel che sostiene anche Myrta Merlino nel suo ultimo libro Madri, eloquentemente sottotitolatoPerché saranno loro a cambiare il nostro Paese.
Alla giornalista e conduttrice, nonché mamma di tre figli, l’ idea di questo saggio è venuta qualche mese fa, guardandoToya di Baltimora, che« corse in strada a riprendersi suo figlio a suon di schiaffi per salvarlo da se stesso e dalla sua rabbia. Vedendo quel video incredibile mi sono chiesta: e noi mamme italiane? Perché non siamo più capaci di riportarci a casa i nostri figli ?».
Merlino ha setacciato l’ Italia in cerca di mamme esemplari, madri coraggio o genitrici perverse, professioniste dell’educazione o signore inguaiatedalla prole: così è nata questa antologia di «storie straordinarie di donne normalissime». C’è Gabriella, famosa suo malgrado a causa dei guai del figlio Fabrizio Corona; c’ è Sandra, che, incintadi quattro mesi, si prese cura di un trovatello in fin di vita; c’è Cecilia, che in Messico ha perso il suo Simone, lasciato morire in circostanze losche dalla polizia. Poi sfilano Micaela, preside di un liceoromano;Steph ani e, migrante e partoriente in mare; Giuseppina, mamma omosessuale; Dorothy, che ha dato i natali alla ben nota e bennata H il laryClint on. Della maternità Merlino non censura il lato cupo e angoscioso, pur non menzionando, nel suo reportage, le tragiche Mede e contemporanee: qui il caso più sciagurato è quello di Martina Levato, una della“coppia dell’ acido ”, che in carcere si è vista negare il diritto di allattare. Anche qui, l’ autrice esercita un coraggioso maternage,lasciando che siano le paro ledi Carmelo Bene a riverberare un’ eco sinistra :« Ogni maternità è criminale. Genera mostri. È il sonno femminile a riprodurre fantasmi ».
Bene ha fatto, poi, la giornalista a inserire anche due donne“diversamente madri ”: suor Veritas, chiamata madre ma solo per convenzioni e convinzioni ecclesiastiche, ed Emma Bonino, saggiamente e radicalmente bastiancontrario, negatrice persino dell’esistenza dell’istinto materno: «Di essere madre non ne ho mai sentito il bisogno e soprattutto non ne ho mai avuto il coraggio». Per fortuna non ci sono mammine e ma mm on i in questa avventura matriarcale e, alla fine, vale sempre l’ ineffabile Legge diMurphy :« Si può fregare tutti per un certo periodo, o qualcuno per sempre, ma non la mamma ».