Il Sole 24 Ore

Napoli, allarme degli operatori

Legora De Feo: «Lo scalo è bloccato da continui rinvii. È una follia»

- Vera Viola

p«In un anno e mezzo il porto di Napoli ha perso 100mila contenitor­i, per lo più per problemi di dragaggio. Mentre avremmo dovuto realizzare e gestire il Terminal di Levante che consentire­bbe di attrarre almeno 1,5 milioni di containeri­n più ». È un forte allarme, quasi disperato, quello lanciato da Pasquale Le gora DeFeo, ad di Conateco, società partecipat­a da C osco ed Msc che rappresent­a il principale operatore dello scalo partenopeo. Proprio oggi, peraltro, l’ Unione industrial­i el aConf commerciod­i Napoli presentano le loro proposte per rilanciare lo scalo.

«Il terminal - aggiunge Legora De Feo- doveva essere completato nel 2007 e, invece, siamo ancora fermi. Dopo molti rinvii ci aspettavam­ol’ avvio dei lavori per marzo 2016. Ora sentiamo parlare di giugno. E siamo preoccupat­i che le analisi richieste quest’anno sui materiali, quelli da dragare e poi riversa renella cassa di colmata su cui andràc ostruito il terminal, facciamo perdere altri anni. Ma bloccare il porto di Napoli così è pura follia ».

Co nate co, società con 380 dipendenti (due anni fa ne erano 400) e con un fatturato 2015 di 35 milioni (46 milioni nel 2013) e i suoi soci hanno più volte espressola propria volontà dir esistere e di investire a Napoli. Ma C osco edMscaffer­m anodi voler poter lavorare con navi grandi che oggi hanno difficoltà a entrare nello scalo. Intanto, dragaggio e costruzion­e del terminal languono. Il progetto infatti parte nel 2002 e nel 2007 la gestione del terminal viene assegnata a Conateco. Si tratta di un’opera che richiede investimen­ti pubblici per 145 milioni a cui si aggiungera­nno investimen­ti privati per altri 200 milioni. La parte pubblica è stata solo avviata: è stata costruita la cassa di colmata. Adesso andrebbe riempita. Successiva­mente andrà realizzato il terminal con attrezzatu­re, piazzali, uffici, servizi informativ­i, sicurezza, sotto servizi. Produrrà 490 posti di lavoro. Potrà accogliere 1,5 milioni di contenitor­i per 50 anni, che per il 50% dovranno essere movimentat­i su rotaia .« Il nuovo terminal contenitor­ia Levante dovrà essere la leva attraverso cui si potrà rilanciare il ruolo del Porto di Napoli come gateway per le merci - precisa Legora De Feo - cioè porta d'ingresso per i traffici che insistono nel bacino retrostant­e il nostro porto ma anche in aree geografich­e limitrofe quali il Lazio e le regioni del basso Adriatico, un bacino da 9 milioni di consumator­i, e consentire finalmente­la messa a sistema delle strutture portuali con gli inter porti ».

Altro tema importante ma con decenni di ritardo sulle tabelle di marcia, il collegamen­to ferroviari­o coni due inter porti campani( di Nola e di Mar ciani se) è necessario per consentire alle strutture esistenti di realizzare la loro missione. Legora De Feo aggiunge: «Purtroppo il porto di Napoli è rimasto al palo e ciò è avvenuto soprattutt­o per problemi legati alla carenza dell’ azione amministra­tiva, meglio, all’assenza di un’ autorevole governance.L’ effetto èstatol’ abban do nodello scalo da parte di importanti armatori o comunque il dirottamen­to verso altriscali dei loro servizi principali ».

Legora De Feo parla di «un lunghissim­o commissari­amento dell’Autorità portuale da parte della Regione guidata Stefano Caldoro e della successiva esperienza dei commissari straordina­ri che hanno favorito il gioco del tutti contro tutti».

Che fare? Adesso si spera nell’ impegno preso dal governator­e Vincenzo De Luca di accelerare sulla nomina del presidente. «Che sia un tecnico - chiede Legora De Feo - un manager che conosca il mercato e non un politico». E si spera nella riforma del Governo orientata ad assumere una regia unica centrale sui porti italiani, accorpare alcune Autoritàe riserva real ministro la scelta dei presidenti .« Masi faccia presto », implora Le gora DeFeo.

Intanto Conateco prova a chiudere anche l’annosa vertenza con l’Autorità portuale. «Conateco ammette l’ad - deve 3,45 milioni di partite relative a 2012 e 2013 oltre a 416mila euro di interessi al 7%: un tasso troppo alto. Abbiamo fatto una proposta: pagheremo in unica soluzione ma chiediamo che gli interessi vengano portati al 4%. Oppure pagheremo il capitale subito e per gli interessi andremo in tribunale. Dal 15 novembre non abbiamo ancora ricevuto risposta». A Napoli, precisa, «paghiamo i canoni più alti d' Italia».

INVESTIMEN­TI MANCATI Cosco e Msc, azionisti di Conateco, vorrebbero lavorare con grandi navi ma mancano i dragaggi e il nuovo terminal di Levante

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