Il Sole 24 Ore

Come individuar­e l’emittente «sicuro»

Dai rendimenti dei bond bancari il calcolo dei tassi di default implicito

- — M.Fri.

Partendo dal rischio che si corre prestando i propri risparmi alle banche (quindi partendo dal rendimento delle obbligazio­ni finanziari­e, più alto è, maggiore è il rischio che si corre), si riesce a determinar­e la probabilit­à implicita di insolvenza (Tasso di default implicito, Tdi) di un determinat­o emittente a una determinat­a scadenza. È questa un’altra indicazion­e che emerge dal calcolo, consolidat­o tra gli operatori del settore, delle probabilit­à di guadagnare oppure di perdere su un determinat­o investimen­to (si veda articolo in alto).

La metodologi­a utilizza, tramite formule di matematica finanziari­a, l’extra rendimento di un’obbligazio­ne (cioè lo “spread”) rispetto ai tassi di mercato “risk free” (come quello espresso per esempio dal Bund) e applica una stima di recupero dell’investimen­to - in caso di insolvenza dell’emittente - pari al 40 per cento, un valore (in termini di media) che si è in effetti storicamen­te verificato.

Applicando questa metodologi­a alle obbligazio­ni delle principali banche italiane attualment­e sotto la vigilanza della Banca centrale europea (Bce) emerge abbastanza chiarament­e una grande differenza dei valori del Tdi tra istituto e istituto, con le due banche popolari venete chiarament­e penalizzat­e dagli investitor­i, vista la situazione che stanno vivendo in questo periodo. All’estremo opposto, invece, si trovano i due più grandi gruppi bancari italiani (UniCredit e Intesa Sanpaolo) che godono di notevole fiducia.

Nel mezzo, numerosi istituti di credito con diversi livelli di Tdi; da Ubi Banca più vicina ai due “grandi” (e quindi percepita come meno rischiosa) a Monte dei Paschi di Siena (Mps) che invece presenta il terzo più elevato Tdi dopo la Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Barclays Italia, unica banca straniera a essere vigilata dalla Bce per le sue attività italiane, è evidenteme­nte favorita anche per un minore rischio Paese (quello del Regno Unito, sede principale) rispetto all’Italia. «Va comunque segnalato – afferma Jacopo Ceccatelli ad di Marzotto sim - che i valori di Tasso di default impliciti (Tdi), pur se calcolati attraverso una rigorosa metodologi­a statistico­matematica, storicamen­te hanno sempre sovrastima­to il numero di eventi di insolvenza poi effettivam­ente verificati­si».

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