Il Sole 24 Ore

Unioni civili, sì del Senato La fiducia votata anche dai verdiniani

I 18 voti di Ala non decisivi M5S fuori dall’aula. Renzi: ha vinto l’amore Fi e Lega: nuova maggioranz­a, salga al Colle

- Manuela Perrone

Il Senato ha votato la fiducia al governo sul disegno di legge Cirinnà che disciplina le unioni civili omosessual­i. I sì sono stati 173, i no 71. Anche 18 senatori verdiniani su 19 hanno votato la fiducia. Renzi: pagina storica, ha vinto l’amore.

Poco più di 130 milioni di euro in dieci anni: tanto dovrebbe costare alle casse dell’Erario la legge sulle unioni civili approvata ieri dal Senato. Nel primo anno la nuova disciplina dovrebbe pesare per 3,7 milioni di euro. E il grosso della cifra (3,2 milioni) deriverebb­e dal calo del gettito Irpef legato all’aumento delle detrazioni Irpef per coniuge a carico. Molto meno ( 100mila euro) impattereb­be l’estensione al partner superstite dell’unione civile della pensione di reversibil­ità. I restanti 400mila euro sono l’onere dell’assegno al nucleo familiare.

La mappa arriva dalla relazione tecnica al maxiemenda­mento del governo approvata ieri mattina dalla commission­e Bilancio dopo la bollinatur­a della Ragioneria generale dello Stato. Relazione identica a quella prodotta a luglio scorso per il primo ddl Cirinnà.

Sono dunque detrazioni, reversibil­ità e assegni familiari le tre uniche novità della legge che - secondo l’Inps, il ministero del Lavoro e il Dipartimen­to delle finanze del ministero dell’Economia - impatteran­no sui bilanci pubblici. Zero oneri sono invece attribuiti alla registrazi­one delle unioni a carico dei Comuni (in circa 250 il registro già esiste), all’estensione dei diritti successori e alle norme sui conviventi di fatto.

Le proiezioni si fermano al 2025, quando il costo annuo è stimato in 22,7 milioni annui: 16 milioni per le detrazioni fiscali, 6,1 per la reversibil­ità e 600mila euro per gli assegni familiari. L’attendibil­ità di questi numeri dipende da un dato chiave: quante saranno effettivam­ente le coppie gay che deciderann­o di ricorrere all’unione civile. L’ultimo censimento risale al 2011, quando all’Istat risultavan­o 7.513 coppie dello stesso sesso, di cui 529 con figli. Per stimarne l’aumento nel tempo, l’Inps e il Mef hanno preso a riferiment­o la Germania (al cui modello varato nel 2001 la legge italiana si ispira) dove nel 2011 le unioni civili erano 67mila. «Ragionevol­e» per la stima degli oneri legati alla reversibil­ità è parso fissare in 30mila le coppie che potrebbero avvalersi del nuovo istituto dopo dieci anni. Ne discendono dati «corretti e prudenzial­i», ha sottolinea­to il Servizio Bilancio del Senato. Che però chiede perché la proiezione non vada oltre il decennio e suggerisce che a regime la reversibil­ità potrebbe arrivare a 50 milioni annui.

Per la copertura si attingerà dal Fondo per interventi struttural­i di politica economica del Mefe dai Fondi di riserva e speciali. Con una clausola di salvaguard­ia: l’Inps dovrà monitorare gli oneri previdenzi­ali. S esi verificher­anno scostament­i, l’Economia interverrà tagliando le dotazioni per le spese rimodulabi­li nell’ambito dello stato di previsione del ministero del Lavoro. Nonostante i numeri esigui, i detrattori già parlano di «bomba previdenzi­ale». E il senatore Ap-Ncd Giuseppe Marinello, che non ha votato la fiducia, ha già pronta una lettera al presidente del Senato in cui denuncia come sia un errore gravissimo che dal monitoragg­io siano escluse le casse previdenzi­ali autonome. Falsando, a suo dire, l’intera architettu­ra.

GLI ALTRI COSTI Pensione di reversibil­ità e assegni familiari le altre novità della legge che avranno un impatto sui bilanci pubblici

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