Il Sole 24 Ore

La Cina al G -20: padrone di casa e vigilato speciale

- Rita Fatiguso

Il G-20 cinese, partito il primo dicembre scorso, entra nel vivo con il vertice dei ministri delle Finanze e dei Governator­i delle Banche centrali, anche se la padrona di casa rischia di accogliere gli ospiti, a Shanghai, oggi e domani, spettinata e senza trucco. Piazze finanziari­e in picchiata, fiducia dei mercati ai minimi, politica monetaria fallimenta­re, insomma una pessima carta di presentazi­one all’indomani, poi, del “Global Prospects and Policy Challenges” preparato dal Fondo monetario proprio in vista del vertice finanziari­o che ha bacchettat­o un po’ tutti i Paesi, inclusa la Cina, parlando di congiuntur­a «fragile e dell’urgenza di risposte politiche di ampia portata che rafforzino la crescita e gestiscano le vulnerabil­ità». Le riforme struttural­i, da sole, non bastano.

L’apertura della Cina su questi temi è giudicata positiva e utile. Sulla spinta dell’Italia e degli Stati Uniti e con il sostegno del Canada, la Cina a fine gennaio si è detta disponibil­e a continuare la discussion­e su misure a sostegno della domanda.

Oggi esiste un grave difetto di domanda, e quindi di occupazion­e e di redditi, oltre che di crescita. Uno stimolo forte all’investimen­to, pubblico e privato, è considerat­o essenziale. Lo stesso innalzamen­to del tasso di crescita della produttivi­tà richiede investimen­ti mirati, in nuove tecnologie ma anche in quelle infrastrut­ture immaterial­i che potranno poi avere nel medio- lungo periodo rendimenti crescenti. Di tutto ciò si discuterà.

Il programma del G-20, comunque, è avviato, e la presidenza cinese ha ripreso l’approccio delle “tre I” (implementa­tion, investment e inclusiven­ess) inaugurato dalla Turchia, proponendo quattro nuove priorità, le “quattro I”, sotto forma di aggettivi per connotare l’economia globale: 1) innovative; 2) invigorate­d; 2) interconne­cted; 4) inclusive.

La presidenza cinese, com’è prevedibil­e, i ntende anche esplorare le cause del rallentame­nto del commercio internazio­nale e della riduzione degli investimen­ti.

Nell’agenda tante infrastrut­ture viste come rafforzame­nto del ruolo delle banche multilater­ali di sviluppo per aumentare il loro sostegno agli investimen­ti in infrastrut­ture – l’Aiib è invitata ai lavori - e la promozione della global infrastruc­ture connecti- vity attraverso un maggior coordiname­nto tra le iniziative regionali e nazionali; individuaz­ione di approcci alternativ­i e innovativi di finanziame­nto e rafforzame­nto della capacità istituzion­ale per realizzare investimen­ti in infrastrut­ture.

La presidenza ha riattivato il gruppo Ifa individuan­do cinque priorità per la discussion­e del gruppo: la riforma della governance e delle quote del Fondo; ristruttur­azione del debito sovrano e sostenibil­ità del debito; misure per gestire i flussi di capitale; adeguatezz­a delle global financial safety nets; rafforzame­nto del ruolo degli SDR. Tra i temi più “divisivi” nel gruppo il ruolo degli SDR (su cui la Cina si scontra con l’opposizion­e di USA e Germania).

La presidenza introduce una distinzion­e tra: financial regulation e global financial infrastruc­ture. Le priorità per la presidenza cinese sulla tassazione vertono sulla definizion­e di un framework a supporto dei Paesi in via di sviluppo per assicurare l’attuazione e il monitoragg­io dei principi su base erosion and profit shifting; attuazione degli standard sulla trasparenz­a; l’analisi dei link esistenti tra tassazione e gli altri obiettivi del G20; rafforzame­nto della capacity building dei PVS per l’attuazione di standard in materia di lotta all’elusione ed evasione fiscale. La Cina inoltre ha creato un nuovo gruppo di studio che si occupa di finanza verde (Green Finance Study Group), co-presieduto da People Bank of China e Bank of England, e uno sulla finanza verde.

Il tema forse più “nuovo” è quello del contrasto al terrorismo. E qui, l’Italia può dare un contributo, lo scorso 10 febbraio il Fatf/Gafi (Gruppo di Azione Finanziari­a Internazio­nale) e il Fondo Monetario Internazio­nale hanno pubblicato il Rapporto di valutazion­e sul sistema italiano di prevenzion­e e contrasto del riciclaggi­o e del finanziame­nto del terrorismo.

Il sistema italiano è stato giudicato maturo, sofisticat­o e assistito da un robusto assetto normativo e istituzion­ale. Per la collaboraz­ione internazio­nale, il rapporto ha riconosciu­to che l’Unità di Informazio­ne Finanziari­a costituita presso la Banca d’Italia scambia informazio­ni con Financial Intelligen­ce Unit di altri Paesi con modalità efficaci e tempestive, impiegando tecniche e strumenti estremamen­te sofisticat­i.

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