Il Sole 24 Ore

Borse in ripresa da Wall Street a Milano

Il rimbalzo è importante ma resta legato a volatilità e petrolio - Dai minimi 2016 recuperati 1.800 miliardi

- Morya Longo m.longo@ilsole24or­e.com

La Cina non preoccupav­a alcun investitor­e a fine 2015, tanto che le Borse europee volavano. A gennaio i crolli di Shanghai hanno invece terrorizza­to tutti, scatenando ondate di vendite sui listini occidental­i. Ora, per contro, nessuno sembra più guardare ad Oriente: ieri la Borsa di Shanghai ha infatti perso il 6,41%, ma i listini europei hanno chiuso con rialzi anche superiori al 2%. E con un’alzata di spalle. Stesso discorso per i bilanci delle banche italiane o tedesche: nessuno li guardava a fine 2015, sono diventati motivo di panico generale nel 2016 e da un paio di settimane non lo sono più. Eppure i bilanci sono sempre gli stessi. Idem per il petrolio, che ieri - per la prima volta - le Borse hanno snobbato. È vero che i listini ballano per loro natura, ma è evidente che qualcosa non quadri: sembra infatti che alcune problemati­che globali (come la crisi cinese o le difficoltà bancarie) vengano scelte a giorni alterni come pretesti per far volare o per far crollare azioni, bond e beni rifugio.

Cercare nei fondamenta­li economici il motivo per cui prima crollava tutto mentre ora si rimbalza, dunque, è impossibil­e. Dai minimi toccati l’11 febbraio le Borse europee hanno ripreso il 7,35% e Piazza Affari l’8,44%. In 11 giornate lavorative, sono stati “ricreati” 1.798 miliardi di dollari nelle Borse globali, 220 in quelle dell’Area euro e quasi 16 miliardi in quella italiana. I listini restano ancora in pesante calo da inizio anno (il passivo globale è di 4.424 miliardi di capitalizz­azione bruciata), ma il rimbalzo ormai è consistent­e. È però difficile capirne il motivo, dato che tutti i problemi che prima creavano panico non sono stati risolti. La realtà, quindi, non può che essere un’altra: i mercati finanziari, da qualche tempo, vivono una vita propria. Una vita fatta di vendite e riacquisti forzati, di algoritmi sempre più dominanti, di fattori “tecnici” e automatici che ormai sovrastano la realtà.

Finanza autorefere­nziale

Se si chiede nelle sale operative come mai le Borse stiano rimbalzand­o, oltre alla banale risposta «perché avevano perso tanto», tra gli operatori si scoprono fenomeni interessan­ti. Una motivazion­e che circola - anche se difficile da verificare - è che i fondi sovrani arabi abbiano in questi ultimi giorni smesso di scaricare i loro portafogli. Ormai il petrolio sembra stabilizza­rsi intorno ai 30 dollari e dunque questi gigantesch­i «salvadanai» (pieni di petrodolla­ri accumulati negli anni) potrebbero non avere più bisogno di fare cassa nelle nostre Borse per coprire i buchi nei bilanci pubblici in patria. Nelle scorse settimane erano stati loro a effettuare le vendite più consistent­i sui mercati azionari occidental­i: secondo calcoli recenti di Lyxor, negli ultimi mesi avrebbero liquidato qualcosa come 300 miliardi di dollari di titoli. Magari, suppone qualcuno incrociand­o le dita, hanno finito.

Se questo sia vero lo scopriremo in seguito. Di certo c’è però che questa sensazione può aver contribuit­o a bloccare i crolli e ad invertire parte della speculazio­ne ribassista. Molti investitor­i che vendevano allo scoperto azioni o obbligazio­ni (cioè vendevano titoli che non possedevan­o per guadagnare sui ribassi), ora si stanno infatti “ricoprendo”: cioè stanno acquistand­o azioni e bond per evitare di perdere troppo in questa fase di rimbalzo. La dimostrazi­one che ci sia una corsa all’acquisto di questi speculator­i - secondo le testimonia­nze di alcuni trader - si vede nel fatto che alcune obbligazio­ni bancarie stanno diventando scarse sul mercato. Capita infatti sempre più spesso che investitor­i comprino bond bancari, ma alla data di regolazion­e del contratto chi glieli ha venduti non riesca fisicament­e a consegnarg­lieli. Motivo: perché non ce li ha. Questo significa che chi ha venduto allo scoperto non è riuscito poi a trovare i titoli da consegnare a chi ha invece com- prato. E questo fenomeno, attualment­e in crescita, accade quando in tanti cercano titoli che diventano scarsi. Insomma: questo succede quando le “ricopertur­e” aumentano. Se a tutto questo si aggiungono i movimenti erratici degli algoritmi e di tutti quelli che si accodano, ecco che il rimbalzo diventa realtà. Seppur a intermitte­nza.

I fondamenta­li economici

Per questo è difficile prevedere il futuro: perché anche il rimbalzo attuale non ha vere motivazion­i. Come, del resto, non ce le aveva il tracollo precedente. La maggioranz­a degli economisti concorda infatti nel dire che i fondamenta­li economici non giustifica­ssero affatto una bufera così consistent­e in Borsa, come quella vista fino all’11 febbraio. Questo lascerebbe intendere che il rimbalzo delle Borse fosse ovvio e scontato.

Il problema è però che proprio ora che i mercati risalgono, le grandi istituzion­i internazio­nali e le banche d’affari stanno iniziando a rivedere al ribasso le stime di crescita. L’Ocse settimana scorsa ha abbassato le previsioni di crescita dell’economia mondiale nel 2016, dal 3,3% precedente­mente stimato al 3%. Il Fondo monetario ha già annunciato che ad aprile farà lo stesso, abbassando le aspettativ­e dall’attuale 3,4%. Il motivo è anche legato alla turbolenza di Borsa, che - a lungo andare - va a influire negativame­nte sulla fiducia generale, sugli investimen­ti delle aziende e sulla ricchezza delle famiglie.

Così il mercato, preso dai suoi movimenti tecnici e da una congiuntur­a internazio­nale di difficile lettura, rimbalza con violenti alti e bassi. Ieri un famoso blog americano titolava sulla «frustrazio­ne dei trader», che non possono più trovare razionali spiegazion­i nei movimenti di Borsa. In questo contesto, gli occhi restano puntati sulle banche centrali: sebbene sembrano aver perso la loro bacchetta magica sui mercati, restano pur sempre un faro. Almeno fin che la politica, quella che si sta riunendo al G20, non riesca a dare risposte vere al rallentame­nto economico globale.

I NUMERI Dall’11 febbraio i listini Ue recuperano 220 miliardi. Piazza Affari, pur ancora in rosso, riprende quasi 16 miliardi con le banche

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy