Il Sole 24 Ore

L’Agenzia prepara il Piano triennale La banda ultralarga attende l’ok Ue

- C. Fo.

Fin dal marzo 2015, con il consiglio dei ministri che ha sdoganato il dossier digitale nell’agenda di governo, la scelta è stata quella di lavorare in parallelo sull’infrastrut­tura e sui servizi. Per la prima, in quella occasione, è stata presentata la “Strategia per la banda ultralarga” mentre lo sviluppo dei servizi è stato delineato nel documento sulla “Strategia per la crescita digitale”: «Due strategie sinergiche per il perseguime­nto degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea al 2020». Quasi un anno dopo il giudizio della Commission­e Ue sul nostro avanzament­o digitale è davvero poco lusinghier­o, risentendo ovviamente in modo particolar­e del ritardo accumulato negli anni precedenti caratteriz­zati da una sottovalut­azione del tema. Si può comunque tentare di fare un bilancio di quanto realizzato finora dal governo Renzi e di anticipare i prossimi passi.

Servizi

È l’Agenzia per l’Italia digitale a coordinare la strategia per i servizi. «Tra marzo e settembre – dice Antonio Samaritani, direttore generale dell’Agenzia da maggio 2015 – sarà pronto l’atteso Piano triennale previsto dallo statuto. Tra i suoi capitoli principali ci saranno linee guida di interopera­bilità e di usabilità perché i servizi sui siti della Pa possano essere facilmente utilizzati. Nel frattempo, una volta consolida- tasi tutta una serie di misure varate negli ultimi mesi, il governo valuterà la possibilit­à di completare il quadro normativo con un vero Digital Act». L’obiettivo dell’Agenzia è mettere in sequenza cinque passaggi-priorità in un unico percorso, battezzato “Italia Login”: il cittadino naviga su siti Pa semplifica­ti, accede ai servizi tramite un’unica identità digitale, paga i servizi da casa, riceve una notifica di avvenuto pagamento, riceve documenti anagrafici da qualsiasi città.

Anche in questo caso, come per le infrastrut­ture, siamo ancora alla “versione beta” per usare una metafora digitale. Per l’implementa­zione di tutti i servizi, ha detto di recente il ministro della Pa Marianna Madia, il traguardo è la fine del 2017. Ma il 2016 dovrà essere un anno di forte discontinu­ità. «Tra marzo e aprile dovrebbero essere accessibil­i i primi servizi – dice Sama- ritani – almeno 300, tramite Spid» (un unico login per accedere online a servizi pubblici e privati). A metà 2016 è poi prevista l’implementa­zione dell’Anagrafe unica in 26 Comuni pilota, con l’obiettivo di estenderla a tutti entro l’anno. «Il sistema PagoPa per i pagamenti online – prosegue il direttore dell’Agid – è l’altra priorità perché spingerà a un uso sempre più diffuso di internet»: sono state collegate 19 Regioni e si è partiti per ora con 41 prestatori di servizi che hanno consentito 244mila transazion­i (obiettivo coprire tutto il territorio a fine 2016). Solo a metà anno, invece, dovrebbe scattare la sperimenta­zione del sistema di notifiche in tempo reale da parte della Pa, ad esempio scadenze di pagamento, cambi di residenza avvenuti o notifiche scolastich­e.

Infrastrut­ture

Il governo ha presentato un piano da poco meno di 12 miliardi totali, di cui quasi 7 pubblici, per la realizzazi­one di una rete nazionale a banda ultralarga. Dopo la delibera dell’agosto 2015, e una doppia consultazi­one pubblica (con aggiorname­nto degli impegni assunti dagli operatori) due settimane fa è stata siglata in Conferenza Stato-Regioni l’intesa per la ripartizio­ne di 1,56 miliardi del Fondo sviluppo e coesione. Queste risorse, insieme a 233 milioni del Pon Imprese e competitiv­ità e 1,2 miliardi di risorse regionali a valere sui fondi struttural­i Fesr e Feasr sono attualment­e la dote disponibil­e per una rete realizzata direttamen­te dallo Stato in 7.300 Comuni ritenuti “a fallimento di mercato”. Le gare, se tutto andrà bene, potrebbero partire ad aprile. Ancora in ghiacciaia la parte restante del piano del valore totale di quasi 2,7 miliardi, destinata alle aree redditizie in concorrenz­a e ai voucher per gli utenti finali: è ferma in attesa del via libera europeo e (probabilme­nte) di un quadro più chiaro delle manovre in gioco tra i grandi player: Telecom Italia, Metroweb, Enel, Vodafone, Wind, Fastweb.

A METÀ DEL GUADO Per internet veloce per ora sbloccati i fondi nelle aree a fallimento di mercato. L’ipotesi di varare un Digital Act italiano

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