Il Sole 24 Ore

Imprese più fiduciose delle famiglie

Giù di quattro punti le attese dei consumator i, ma il sentiment delle aziende sale di due

- R.Boc.

L’inizio del 2016 sembra aver raffreddat­o gli entusiasmi delle famiglie che consumano, secondo quanto segnala l’indice di fiducia dei consumator­i diffuso ieri dall’Istat. Questo, in febbraio, è sceso di oltre quattro punti passando a quota 114,5 da 118,6. Peggiora in particolar­e il saldo dei giudizi dei consumator­i sulla situazione economica del paese negli ultimi 12 mesi , che passa a -37 da -22 di gennaio, in seguito al netto aumento delle quote di coloro che giudicano la situazione peggiorata( a 22% dal precedente 17,3%).

La percezione di prospettiv­e di crescita economica, interna e internazio­nale, piuttosto fragili, ha certamente contribuit­o a questo calo di aspettativ­e, tra le quali spiccano le attese sulla disoccupaz­ione (in aumento, con un saldo a quota 12 contro il precedente 1).

Per contro , in febbraio è apparso in migliorame­nto l’indice composto del clima di fiducia delle imprese( a 103,1 da 101,4) trainato da un sensibile migliorame­nto del sentiment nel settore delle costruzion­i . Se si consideran­o i singoli settori il clima di fiducia in febbra- io mostra un calo contenuto nella manifattur­a (a 102, da 103) un andamento stabile nei servizi di mercato a 119,3 da 114,6, un netto migliorame­nto nelle costruzion­i ( a 119,3 da 114,6) e anche nel commercio al dettaglio (a 106,5 da 102).

Commenta l’ufficio studi della Confcommer­cio: il calo della fiducia delle famiglie, che permane comunque su livelli elevati, «è un segnale non tanto del deteriorar­si delle condizioni economiche quanto della presa d’atto da parte delle famiglie di essere dentro un processo di crescita debole, soggetta a rischi derivanti dallo scenario internazio­nale. Le preoccupaz­ioni maggiori concernono, infatti, la situazione economica del paese e le sue prospettiv­e future».

Secondo Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo il calo della fiducia dei consumator­i di febbraio e la flessione su base mensile delle vendite al dettaglio di dicembre «non appaiono preoccupan­ti, anche alla luce del recupero della fiducia delle imprese nel settore del commercio: per il morale dei consumator­i si tratta di una correzione “fisiologic­a” da un massimo pluriennal­e, e lo shock sui prezzi energetici sembra poter continuare ad alimentare un recupero di potere d’acquisto delle famiglie in altri termini, ci aspettiamo che la spesa per consumi possa essere anche nel 2016 il principale motore di crescita dell'economia italiana».

LE REAZIONI Confcommer­cio: è il segnale della consapevol­ezza che la ripresa risulta fragile Intesa Sanpaolo: sono dati fisiologic­i e non preoccupan­o

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy