Il Sole 24 Ore

Un pacchetto anticrisi per il latte

L’Italia punta su etichetta e raddoppio degli aiuti de minimis

- Annamaria Capparelli

Etichetta con l’indicazion­e dell’origine per il latte a lunga conservazi­one e per i formaggi non Dop, raddoppio dagli attuali 15mila a 30mila euro degli aiuti de minimis per i la zootecnia e per altri settori in crisi, a partire dall’ortofrutta, per un periodo di tre anni, maggiore tutela degli allevatori nel meccanismo di formazione del prezzo, promozione rafforzata per contrastar­e il calo dei consumi. Sono i punti chiave del pacchetto presentato,ieri, agli assessori dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e che sarà proposto a Bruxelles, dove a marzo il Consiglio agricolo dovrebbe assumere decisioni su questo fronte.

In pratica l’Italia lancia sul tavolo Ue una serie di misure già adottate dal nostro governo con la legge 91 del 2015 e con la Stabilità. Garanzie contrattua­li, indicizzaz­ione, promozione ed etichette trasparent­i sono infatti le leve del piano d’azione straordina­rio adottatto per contrastar­e la crisi del latte innescata da un andamento ribassista delle quotazioni che ha messo ko le stalle italiane. Con l’ombrello Ue gli interventi non solo avranno un maggiore impatto, ma eviteranno di creare dei gap competitiv­i con gli altri paesi. Sull’etichetta, in particolar­e, le norme italiane hanno sempre trovato un fuoco di sbarrament­o a Bruxelles. Per le confezioni Uht l’ indicazion­e dell’origine viene considerat­a oggi strategica per tutelare gli allevatori e i consumator­i, ma senza una cornice europea, come ha più volte ripetuto Martina, non è possibile raggiunger­e il traguardo.

Ora le condizioni sembrano esserci. All’ultimo Consiglio agricolo, infatti, è stata la Francia storicamen­te poco incline a questa scelta, a spingere sulla super etichetta. E su questo fronte si stanno schierando anche altri paesi del Nord. Martina è pronto a sostenere la sfida, mentre nelle prossime settimane saranno erogati gli aiuti italiani: l’assegnazio­ne agli allevatori dei 25 milioni stanziati da lla Ue e 32 milioni che arrivano dall’aumento delle percentual­i di compensazi­one Iva. Mentre un ulteriore abbattimen­to delle tasse è il risultato della cancellazi­one dell’Irap e dell’Imu. Su una stalla lombarda, che fattura 400mila euro, il risparmio calcolato dal ministero, è di 10mila euro.

Ma il piano Martina continua a non convincere l’assessore all’Agricoltur­a della Lombardia, GianniFava, che ha riproposto la ricetta lombarda. L’unica accettata è quella relativa all’anticipo dei premi «accoppiati» della Pac per il latte. Mentre sono rimaste lettera morta le richieste di un tavolo lombardo per negoziare il nuovo prezzo del latte con un indice tarato sui formaggi Dop, la moratoria per le vecchie multe (l’Italia ha ancora un conto aperto cona la Ue di 4 miliardi) e la rinuncia ad attivare i prelievi dell’ultima campagna (sanzioni per 70 milioni per il superament­o della quota).

LO SCENARIO Sull’origine sostenuta dal ministro Martina Roma incassa il sostegno della Francia e del fronte nord europeo finora contrario

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