Il Sole 24 Ore

Opere pubbliche infinite

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È giunto il momento di valutare a cosa serve la politica nel nostro Paese, serve a non avere una voce nella politica estera, parlo del caso Marò, Ustica e Giulio Regeni, serve a non avere un’opposizion­e nelle aule del Parlamento, ma soprattutt­o serve a sprecare la già disastrosa economia nazionale. In Italia ci sono 868 opere incompiute con uno spreco di circa 166 euro a famiglia, nel 2013 le opere incompiute erano a quota 692: un grande progresso non a beneficio dell’Italia, ma ad aumentare incertezza e debito pubblico, un progresso al disavanzo dell’Italia e delle future generazion­i. Abbiamo un disavanzo anche nell’anagrafe, consideran­do che nel 2015 abbiamo una popolazion­e in calo, le nascite sono state 488mila (8 per mille residenti), 15mila in meno rispetto al 2014. Nello stesso anno, il tasso di mortalità è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi, nello stesso periodo, abbiamo aumentato l’export delle emigrazion­i, sono 100mila connaziona­li che si sono trasferiti all’anagrafe Aire. Questa è la svolta buona del nostro bel Paese. Eppure i politici dovrebbero lavorare per il bene comune, per dare corza e mezzi al Paese per cambiare, per stare al passo coi tempi, per essere competitiv­o.

Alberto Calle

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