Il Sole 24 Ore

Lloyds, maxi cedola e balzo in Borsa

- Leonardo Maisano

Uno dei due grandi malati del banking britannico torna a scaldare il cuore degli investitor­i. Ci riferiamo a Lloyds group, la banca guidata da Antonio Horta Osorio che ieri ha fatto un balzo del 10% nelle contrattaz­ioni del mattino sull’onda di risultati così positivi da consentire lo stacco di una cedola straordina­ria di 0,5 pence ad azione. Segno ulteriore che il risanament­o del gruppo salvato con denari pubblici nel 2008 è ormai in pieno corso. Rbs che fu di fatto nazionaliz­zata nei giorni della grande crisi resta ancora molto lontana da performanc­e del genere. Lloyds ha annunciato risultati per certi versi oltre le aspettativ­e con un +5% degli utili (underlying) rispetto allo scorso anno, ovvero 8,1 miliardi di pound. Resta negativa invece la dinamica degli accantonam­enti per indennizza­re i clienti rimasti vittime delle polizze sui mutui (Ppi) collocate in modo non corretto e di fatto inesigibil­i. Un fenomeno che piaga da anni il banking britannico e Lloyds, storicamen­te leader nel retail, in modo particolar­e. Nel solo 2015 gli indennizzi per Ppi sono costati a Lloyds 4 miliardi, ma il conto totale supera i 16 miliardi. La decisione di aggiungere un altro mezzo pence al dividendo (globalment­e nel 2015 la banca distribuir­à 4 miliardi di sterline) nonostante la zavorra degli accantonam­enti è stata vista dal mercato come il segnale di un ampio rafforzame­nto del gruppo. Per questo sono ripartiti gli acquisti trascinand­o il settore bancario londinese. Lloyds, lo ricordiamo, uscì dalla crisi post Lehman grazie a iniezioni di capitali pubblici che misero il 43% della banca nelle mani del Tesoro (la quota ora è scesa al 9%).

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