Lloyds, maxi cedola e balzo in Borsa
Uno dei due grandi malati del banking britannico torna a scaldare il cuore degli investitori. Ci riferiamo a Lloyds group, la banca guidata da Antonio Horta Osorio che ieri ha fatto un balzo del 10% nelle contrattazioni del mattino sull’onda di risultati così positivi da consentire lo stacco di una cedola straordinaria di 0,5 pence ad azione. Segno ulteriore che il risanamento del gruppo salvato con denari pubblici nel 2008 è ormai in pieno corso. Rbs che fu di fatto nazionalizzata nei giorni della grande crisi resta ancora molto lontana da performance del genere. Lloyds ha annunciato risultati per certi versi oltre le aspettative con un +5% degli utili (underlying) rispetto allo scorso anno, ovvero 8,1 miliardi di pound. Resta negativa invece la dinamica degli accantonamenti per indennizzare i clienti rimasti vittime delle polizze sui mutui (Ppi) collocate in modo non corretto e di fatto inesigibili. Un fenomeno che piaga da anni il banking britannico e Lloyds, storicamente leader nel retail, in modo particolare. Nel solo 2015 gli indennizzi per Ppi sono costati a Lloyds 4 miliardi, ma il conto totale supera i 16 miliardi. La decisione di aggiungere un altro mezzo pence al dividendo (globalmente nel 2015 la banca distribuirà 4 miliardi di sterline) nonostante la zavorra degli accantonamenti è stata vista dal mercato come il segnale di un ampio rafforzamento del gruppo. Per questo sono ripartiti gli acquisti trascinando il settore bancario londinese. Lloyds, lo ricordiamo, uscì dalla crisi post Lehman grazie a iniezioni di capitali pubblici che misero il 43% della banca nelle mani del Tesoro (la quota ora è scesa al 9%).