Intesa, faro sui fondi all’assemblea per la governance
Oggi atteso oltre il 60% del capitale
pL’esito, nei fatti, è scontato. Per questo, all’assemblea straordinaria di Intesa Sanpaolo convocata per oggi a Torino l’attenzione sarà concentrata soprattutto sul «come» sul «da chi» verrà approvato il nuovo statuto della banca, che vedrà il passaggio dal sistema duale che l’ha retta in questi dieci anni al monistico.
Per quello che si annuncia come un risultato plebiscitario, al grattacielo di Renzo Piano si attende la presenza di oltre il 60% del capitale. Che, in sostanza, equivarrebbe a un’affluenza da record (o quasi) per gli investitori istituzionali, componente ormai determinante nell’azionariato del gruppo con cui, non a caso, c’è un’interlocuzione costante. Negli ultimi tempi con i fondi si è parlato anche della riforma della governance, e una presenza massiccia nella giornata di oggi suonerebbe come un importante avallo del lavoro condotto nel 2015 dalla banca su istanza degli stessi soci, con la Commissione Bazoli che dopo aver passato in rassegna le diverse opzioni alla fine si è espressa a favore del monistico.
Il superamento del duale è stato deciso per «avvicinare i due distinti momenti dell’attività di amministrazione (supervisione e gestione), permettendo di creare un rapporto più diretto tra chi determina gli indirizzi strategici e chi li deve attuare», recita la relazione del Consiglio di gestione pubblicata in occasione dell’assemblea. Ruolo chiave avrà il comitato per il controllo della gestione - organo endoconsigliare - che di fatto andrà a prendere il posto del collegio sindacale, mentre il futuro presidente, non esecutivo, avrà, fra gli altri compiti, quello di tenere i rapporti con la Bce. Prevista anche la carica ad personam di presidente emerito per il 2016/2019, che sarà Giovanni Bazoli.
Altra novità rilevante, l'istituzione di un comitato di direzione con i manager. Un organo la cui nomine spetta in via esclusiva al cda su proposta del consigliere delegato: sarà «presieduto dal consigliere delegato e composto da dirigenti responsabili delle principali funzioni aziendali», recita l’articolo 18 del nuovo statuto. «Il consiglio - prosegue - determina la composizione, le competenze ed i poteri di tale comitato e ne approva il regolamento di funzionamento». Inoltre «i componenti del comitato possono partecipare, senza diritto di voto, alle riunioni del consiglio di amministrazione».
Approvato lo statuto, i soci si concentreranno nell’elaborazione delle liste per il rinnovo, che andranno depositate entro il 2 aprile in vista dell’assemblea che si terrà il 27. La lista di maggioranza avrà diritto a nominare 14 consiglieri: a meno di imprevisti, sarà quella depositata dalle Fondazioni, che puntano a raccogliere il sostegno anche di parte dei fondi attualmente presenti in massa nell’azionariato della banca; scontata anche una lista Assogestioni, che se non otterrà almeno il 10% dei voti dovrà accontentarsi di due posti anziché di cinque. 7 Il sistema di governance monistica prevede la presenza di un consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea dei soci che, al suo interno, comprende un comitato di controllo sulla gestione. Quest’ultimo svolge una funzione paragonabile a quella del collegio sindacale nell’ambito del sistema tradizionale. Nel monistico, invece, due distinti momenti dell’attività di amministrazione (supervisione e gestione) sono riuniti nel cda