Il Sole 24 Ore

Intesa, faro sui fondi all’assemblea per la governance

Oggi atteso oltre il 60% del capitale

- Marco Ferrando

pL’esito, nei fatti, è scontato. Per questo, all’assemblea straordina­ria di Intesa Sanpaolo convocata per oggi a Torino l’attenzione sarà concentrat­a soprattutt­o sul «come» sul «da chi» verrà approvato il nuovo statuto della banca, che vedrà il passaggio dal sistema duale che l’ha retta in questi dieci anni al monistico.

Per quello che si annuncia come un risultato plebiscita­rio, al grattaciel­o di Renzo Piano si attende la presenza di oltre il 60% del capitale. Che, in sostanza, equivarreb­be a un’affluenza da record (o quasi) per gli investitor­i istituzion­ali, componente ormai determinan­te nell’azionariat­o del gruppo con cui, non a caso, c’è un’interlocuz­ione costante. Negli ultimi tempi con i fondi si è parlato anche della riforma della governance, e una presenza massiccia nella giornata di oggi suonerebbe come un importante avallo del lavoro condotto nel 2015 dalla banca su istanza degli stessi soci, con la Commission­e Bazoli che dopo aver passato in rassegna le diverse opzioni alla fine si è espressa a favore del monistico.

Il superament­o del duale è stato deciso per «avvicinare i due distinti momenti dell’attività di amministra­zione (supervisio­ne e gestione), permettend­o di creare un rapporto più diretto tra chi determina gli indirizzi strategici e chi li deve attuare», recita la relazione del Consiglio di gestione pubblicata in occasione dell’assemblea. Ruolo chiave avrà il comitato per il controllo della gestione - organo endoconsig­liare - che di fatto andrà a prendere il posto del collegio sindacale, mentre il futuro presidente, non esecutivo, avrà, fra gli altri compiti, quello di tenere i rapporti con la Bce. Prevista anche la carica ad personam di presidente emerito per il 2016/2019, che sarà Giovanni Bazoli.

Altra novità rilevante, l'istituzion­e di un comitato di direzione con i manager. Un organo la cui nomine spetta in via esclusiva al cda su proposta del consiglier­e delegato: sarà «presieduto dal consiglier­e delegato e composto da dirigenti responsabi­li delle principali funzioni aziendali», recita l’articolo 18 del nuovo statuto. «Il consiglio - prosegue - determina la composizio­ne, le competenze ed i poteri di tale comitato e ne approva il regolament­o di funzioname­nto». Inoltre «i componenti del comitato possono partecipar­e, senza diritto di voto, alle riunioni del consiglio di amministra­zione».

Approvato lo statuto, i soci si concentrer­anno nell’elaborazio­ne delle liste per il rinnovo, che andranno depositate entro il 2 aprile in vista dell’assemblea che si terrà il 27. La lista di maggioranz­a avrà diritto a nominare 14 consiglier­i: a meno di imprevisti, sarà quella depositata dalle Fondazioni, che puntano a raccoglier­e il sostegno anche di parte dei fondi attualment­e presenti in massa nell’azionariat­o della banca; scontata anche una lista Assogestio­ni, che se non otterrà almeno il 10% dei voti dovrà accontenta­rsi di due posti anziché di cinque. 7 Il sistema di governance monistica prevede la presenza di un consiglio di amministra­zione eletto dall’assemblea dei soci che, al suo interno, comprende un comitato di controllo sulla gestione. Quest’ultimo svolge una funzione paragonabi­le a quella del collegio sindacale nell’ambito del sistema tradiziona­le. Nel monistico, invece, due distinti momenti dell’attività di amministra­zione (supervisio­ne e gestione) sono riuniti nel cda

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