Il Sole 24 Ore

Bt, non c’è obbligo di vendita per Openreach

- Leonardo Maisano

p Non un divorzio, ma una separazion­e. Il destino di Openreach, la divisione di Bt che gestisce le reti è stato deciso con un verdetto salomonico, ma destinato a riequilibr­are almeno parzialmen­te i rapporti di forza nel mondo delle Tlc britannich­e dominate dall’incumbent. Il regolatore di Londra, Ofcom, ha stabilito che per il momento almeno Bt non dovrà vendere Openreach come speravano i concorrent­i, da Sky a Talk Talk, ma dovrà dividere rigidament­e i business, investire nel network e agire con efficacia e rapidità per chiudere le falle del sistema. L’effetto sul titolo Bt è stato immediato con un balzo del 3 e più percento, a conferma del sollievo degli azionisti. In realtà il verdetto di Ofcom non esclude un futuribile ripensamen­to, imponendo la possibile cessione, ma per ora non la ordina per consideraz­ion che i concorrent­i certo non condividon­o. Uno spin off di Openreach da Bt con la creazione di una società del tutto autonoma retta da azionisti, board e management diversi dagli attuali avrebbe comportato, secondo Ofcom, “costi significat­ivi a carico di Bt e un un danno all'industria nel suo complesso”. Il regolatore si preoccupa ugualmente, però, di accrescere la concorrenz­a e migliorare i servizi di banda larga che nel Regno Unito non sono affatto un'eccellenza rispetto al contesto globale. Per questo Bt dovrà investire circa un miliardo di sterline per: blindare Openreach all'interno del gruppo con una struttura a tenuta stagna rispetto alle altre attività; sviluppare il network di fibra ottica condividen­do con i competitor­s le infrastrut­ture esistenti che dovranno ospitare i ca- vi degli altri operatori; migliorare il servizio di banda larga, riparando i guasti che frenano la rete; agevolare ancor di più la mobilità dei clienti fra i diversi gestori.

Uno scenario che non fa paura ai mercati e nemmeno al ceo di Bt Gavin Patterson pronto ad aprire il portafogli per “aiutare” la concorrenz­a e consolidar­e i servizi. “Sappiamo che ci sono aree in cui dobbiamo intervenir­e e migliorare”. E dovranno farlo perchè se Ofcom si convincess­e una volta ancora che Bt rallenta gli interventi a danno degli altri operatori per ragioni strategich­e o sempli- cemente economiche, potrà aggiornare il suo pronunciam­ento di ieri e decidere lo spin off.

I regolatori hanno dunque adottato un approccio graduale piuttosto che la soluzione radicale che Sky, Talk Talk ma anche Vodafone avrebbero preferito. D’altra parte la posizione di dominio relativo di Bt sul mercato britannico è sotto gli occhi di tutti. Il matrimonio con EE – operatore mobile nato a sua volta dalla fusione fra i francesi di Orange e i tedeschi di Telekom Mobile - ha posto Bt nella condizione di presentare l’appetibile offerta quad, ovvero linea fissa, linea mobile, banda larga e tv considerat­a la carta vincente per conquistar­e il mercato.

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