Allarme rosso per 30mila «licenze»
pÈ un no secco quello messo ieri nero su bianco dall’avvocatura generale della Ue alla proroga automatica delle concessioni demaniali. «Non ci aspettiamo che la corte di Strasburgo stravolga le indicazioni dell’avvocatura, ma in attesa della sentenza (tra un paio di mesi, ndr) continuiamo la nostra battaglia», afferma Cristiano Tomei, presidente di Cna balneatori. Una battaglia per salvare un sistema che in Italia vale 30mila concessioni, 12mila stabilimenti balneari e un’industria del mare che sviluppa sugli 8mila chilometri di costa quasi il 3% del Pil. «Puntiamo a dimostrare che la direttiva Servizi non va applicata alle spiagge dei 600 comuni italiani perché in media, a livello nazionale, oltre il 50% delle aree è ancora disponibile e si può creare un doppio binario che salvi le concessioni in essere e introduca la Bolkestein sulle nuove», continua Tomei. Ipotesi difficilmente sostenibili a Bruxelles e la probabilità che salti la seconda proroga delle concessioni al 2020 è altissima. Toccherà al Governo trovare una soluzione che metta il Paese in regola con l’Ue e salvi il modello di Pmi familiari che è dietro al successo dell’ospitalità balneare italiana. «Non ci si poteva aspettare un responso diverso», spiega l’assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna, Andrea Corsini. Sui 130 km di costa romagnola 110 sono in concessione, la Bolkestein non dà scampo. «Dal canto mio mi aspetto di essere convocato quanto prima a Roma per condividere la bozza del testo di legge», conclude l’assessore romagnolo. pGiro giustizia Ue