Servizi Inps in crisi per il blocco delle assunzioni
Per il blocco del turn over il personale dell’Inps diminuisce di oltre 100 unità al mese. Una cura dimagrante che rischia di far male, invece che bene, all’istituto e ai cittadini che fruiscono dei servizi erogati, perché, pur a fronte di un processo di riorganizzazione che ha reso e renderà ancor più efficiente l’istituto nazionale di previdenza, non si può scendere sotto una soglia minima.
In occasione di un’audizione presso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ieri il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha fatto il punto sulla riorganizzazione ed evoluzione dell’istituto. «Il personale si è ridotto del 10% in tre anni, ormai è sotto il livello dell’Inps prima della fusione con Inpdap ed Enpals. Le nostre sedi territoriali fanno fatica a reggere una domanda crescente dato anche l’incremento del numero di prestazioni che eroghiamo e la dura prova della crisi». E se la riduzione del 10% è un valore medio, in alcune sedi si è registrato un calo del 15% dei dipendenti in un solo anno, con la conseguenza che i tempi di attesa sono peggiorati dal 20 al 30 per cento.
Inoltre le prospettive non sono migliori: da qui al 2020 la produttività dei dipendenti dovrebbe crescere del 60% (ma è già al limite) per impedire un aumento delle giacenze. A produttività costante, invece, nel 2020 l’indice di giacenza sarà più che triplicato.
«Un Paese con un debito pubblico molto elevato - ha affermato Boeri - tende abbastanza sistematicamente a lasciare deperire la macchina dello Stato perché il modo più semplice di contenere il disavanzo è congelare le assunzioni nella pubblica amministrazione, ma in questo modo la si priva di quella linfa vitale che è data dall’ingresso di nuove competenze. Il blocco del turn over nella Pa continua da 15 anni e inevitabilmente riduce la qualità delle istituzioni. Nel contempo le tasse rimangono alte e nell’opinione pubblica si conferma l’idea di una pubblica amministrazione che è un corpo estraneo che estorce pagamenti come una sanguisuga». Invece «dobbia- mo essere orgogliosi di un ente che integra prestazioni a lavoratori con caratteristiche diverse e che all’estero si guarda con invidia». Per questo motivo Boeri ha auspicato (come già fatto in occasione della legge di Stabilità 2016) maggiore flessibilità sul blocco del turn over, che comporta lo stop delle assunzioni nel 2016 e la sostituzione di una persona ogni quattro uscite dal 2017, con l’obbligo di attingere prima dalle altre amministrazioni, mentre l’Inps ha bisogno di professionalità specifiche. Anche perché la maggiore flessibilità non significa aumento dei costi, in quanto, ha sottolineato il presidente, con essa «siamo in grado di attuare risparmi più significativi di quelli che ci vengono richiesti».
Le attuali criticità derivano anche dal fatto che la fusione tra Inps, Inpdap ed Enpals finora è rimasta sulla carta, perché, ha affermato Boeri, le procedure non sono state armonizzate. La riorganizzazione dell’istituto prevede il passaggio da processi verticali alla gestione integrata dei servizi in modo da porre l’utente al centro. L’efficienza non andrà a discapito della presenza sul territorio, ma l’attività produttiva sarà concentrata in alcune sedi principali.