Il Sole 24 Ore

Ilva verso vendita unitaria degli asset

Laghi: valuteremo piani finanziari e livelli occupazion­ali PUGLIA Ieri alla Camera l’audizione dei commissari sui risultati e le prospettiv­e del gruppo

- Matteo Meneghello

L’obiettivo è cedere Ilva come un “compendio unitario”. Questo non esclude, però, la possibilit­à di “limitate e puntuali esclusioni”, che potranno essere operate sia per salvaguard­are l’unità dell’asset principale, sia nell’interesse della soddisfazi­one dei creditori.

Il commissari­o straordina­rio dell’Ilva, Enrico Laghi, ieri in audizione alla commission­e Attività produttive della Camera insieme ai due colleghi Piero Gnudi e Corrado Carrubba, fissa i primi paletti relativi all’iter di vendita del gruppo siderurgic­o in amministra­zione straordina­ria. Processo che sta entrando in una fase cruciale, con l’avvio della due diligence.

Sono 25 le manifestaz­ioni di interesse ammesse alla procedura (solo tre sono state escluse per inade- guatezza dei requisiti) e che hanno avuto accesso alla data room virtuale (nei prossimi giorni saranno programmat­i anche incontri con il management e visite aziendali): Laghi si è detto ieri soddisfatt­o per la qualità e per il numero delle proposte, ricordando i nomi dei principali player, come Marcegagli­a, Arvedi, Eusider e Trasteel, Cassa depositi e prestiti (per una quota di minoranza) insieme ai big stranieri come Csn, ArcelorMit­tal ed Erdemir, e ai fondi Erp Compliance Fuel (Usa) e P&C (Cina). Si tratta dei nomi accreditat­i per rilevare Ilva nella sua interezza e il commissari­o, pur sottolinea­ndo che «è presto per fare valutazion­i», ha precisato che le cordate – l’ipotesi maggiormen­te accreditat­a al momento prevedereb­be la creazione di un nocciolo tricolore intorno a Cdp, al quale affiancare un partner industrial­e di peso scelto tra gli stranieri – avranno maggiore possibilit­à di risultati oppositivi, dato l’impegno economico e l’importanza del gruppo.

Nei prossimi giorni, però, i com- missari invieranno una lettera a tutte le realtà coinvolte, per definire il perimetro della gara principale. Oltre a quelle dei big, la maggior parte delle offerte sembra essere al momento indirizzat­a a business collateral­i a Ilva, come i servizi marittimi, la produzione di cilindri di laminazion­e o di refrattari. Per questo motivo Laghi ha specificat­o ieri che, visto il numero degli interessi, è in fase di valutazion­e la possibilit­à di individuar­e «limitati compendi aziendali, che possono avere una loro intrinseca autonomia e che non rientrano all’interno del core business Ilva: in questa direzione, è possibile immaginare l’opportunit­à di avviare “una o due iniziative parallele di vendita”».

Le offerte saranno comunque valutate sulla base del «piano industrial­e, della sua sostenibil­ità finanziari­a, del mantenimen­to dei livelli occupazion­ali, del piano ambientale e del minor utilizzo di risorse pubbliche». Laghi ha anche assicurato che l’azienda intende «continuare a fare investimen­ti in campo Aia nei prossimi quattro mesi». A questo proposito ieri il commissari­o ha ricordato che è stato completato il 93% delle prescrizio­ni Aia con scadenza al 31 luglio del 2015 («l’obiettivo – ha sottolinea­to – era l’80%»). Il commissari­o ha dettagliat­o 200 milioni di investimen­to in altiforni, parchi e acciaierie. Dall’inizio dei lavori le emissioni di polveri si sono ridotte del 50%: i commissari sono fiduciosi che questi livelli possano essere mantenuti anche con volumi di produzione maggiore. Taranto oggi viaggia a scartament­o ridotto.

Il commissari­o ha anche fornito un quadro sull’attività: nel 2015 i volumi sono calati, anche a causa dello spegniment­o dell’afo5: la produzione ha toccato i 4,7 milioni di tonnellate contro i 5,9 dell’anno precedente. Aumenta, all’interno del mix, l’apporto delle produzioni a maggiore valore aggiunto, ma le difficoltà di mercato hanno prodotto un peggiorame­nto dell’ebitda di 80 milioni di euro: -382 nel 2015.

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