Ilva verso vendita unitaria degli asset
Laghi: valuteremo piani finanziari e livelli occupazionali PUGLIA Ieri alla Camera l’audizione dei commissari sui risultati e le prospettive del gruppo
L’obiettivo è cedere Ilva come un “compendio unitario”. Questo non esclude, però, la possibilità di “limitate e puntuali esclusioni”, che potranno essere operate sia per salvaguardare l’unità dell’asset principale, sia nell’interesse della soddisfazione dei creditori.
Il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Laghi, ieri in audizione alla commissione Attività produttive della Camera insieme ai due colleghi Piero Gnudi e Corrado Carrubba, fissa i primi paletti relativi all’iter di vendita del gruppo siderurgico in amministrazione straordinaria. Processo che sta entrando in una fase cruciale, con l’avvio della due diligence.
Sono 25 le manifestazioni di interesse ammesse alla procedura (solo tre sono state escluse per inade- guatezza dei requisiti) e che hanno avuto accesso alla data room virtuale (nei prossimi giorni saranno programmati anche incontri con il management e visite aziendali): Laghi si è detto ieri soddisfatto per la qualità e per il numero delle proposte, ricordando i nomi dei principali player, come Marcegaglia, Arvedi, Eusider e Trasteel, Cassa depositi e prestiti (per una quota di minoranza) insieme ai big stranieri come Csn, ArcelorMittal ed Erdemir, e ai fondi Erp Compliance Fuel (Usa) e P&C (Cina). Si tratta dei nomi accreditati per rilevare Ilva nella sua interezza e il commissario, pur sottolineando che «è presto per fare valutazioni», ha precisato che le cordate – l’ipotesi maggiormente accreditata al momento prevederebbe la creazione di un nocciolo tricolore intorno a Cdp, al quale affiancare un partner industriale di peso scelto tra gli stranieri – avranno maggiore possibilità di risultati oppositivi, dato l’impegno economico e l’importanza del gruppo.
Nei prossimi giorni, però, i com- missari invieranno una lettera a tutte le realtà coinvolte, per definire il perimetro della gara principale. Oltre a quelle dei big, la maggior parte delle offerte sembra essere al momento indirizzata a business collaterali a Ilva, come i servizi marittimi, la produzione di cilindri di laminazione o di refrattari. Per questo motivo Laghi ha specificato ieri che, visto il numero degli interessi, è in fase di valutazione la possibilità di individuare «limitati compendi aziendali, che possono avere una loro intrinseca autonomia e che non rientrano all’interno del core business Ilva: in questa direzione, è possibile immaginare l’opportunità di avviare “una o due iniziative parallele di vendita”».
Le offerte saranno comunque valutate sulla base del «piano industriale, della sua sostenibilità finanziaria, del mantenimento dei livelli occupazionali, del piano ambientale e del minor utilizzo di risorse pubbliche». Laghi ha anche assicurato che l’azienda intende «continuare a fare investimenti in campo Aia nei prossimi quattro mesi». A questo proposito ieri il commissario ha ricordato che è stato completato il 93% delle prescrizioni Aia con scadenza al 31 luglio del 2015 («l’obiettivo – ha sottolineato – era l’80%»). Il commissario ha dettagliato 200 milioni di investimento in altiforni, parchi e acciaierie. Dall’inizio dei lavori le emissioni di polveri si sono ridotte del 50%: i commissari sono fiduciosi che questi livelli possano essere mantenuti anche con volumi di produzione maggiore. Taranto oggi viaggia a scartamento ridotto.
Il commissario ha anche fornito un quadro sull’attività: nel 2015 i volumi sono calati, anche a causa dello spegnimento dell’afo5: la produzione ha toccato i 4,7 milioni di tonnellate contro i 5,9 dell’anno precedente. Aumenta, all’interno del mix, l’apporto delle produzioni a maggiore valore aggiunto, ma le difficoltà di mercato hanno prodotto un peggioramento dell’ebitda di 80 milioni di euro: -382 nel 2015.