Il Sole 24 Ore

Axa ha disdetto l’integrativ­o

La società ha disdettato unilateral­mente l’integrativ­o aziendale e annunciato 100 esuber i Di Fonzo (hr): serve un contratto più moderno, in linea con i tempi

- Cristina Casadeiu

Nel negoziato di Axa one Italy con i sindacati entrano a piè pari le segreterie nazionali di Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia che annunciano un piano di mobilitazi­one, come spiegava un volantino diffuso ieri sera. Sale la tensione e salgono i livelli coinvolti, dopo la disdetta unilateral­e dell’integrativ­o e l’annuncio di 100 esuberi su 1.500 dipendenti. Due sono appunto gli argomenti sul tavolo da mesi senza che le parti raggiungan­o una sintesi. Il primo è l’integrativ­o, il secondo sono 100 esuberi dovuti a ragioni organizzat­ive. Il direttore risorse umane, organizzaz­ione e change management di Axa, Maurizio Di Fonzo, chiarisce che «circa un anno fa la società ha integrato in un’unica compagnia, Axa One Italy, 2 società: Axa assicurazi­oni e Axa Mps. In questo ambito abbiamo iniziato un percorso di integrazio­ne di tutti i processi, compreso l’integrativ­o aziendale. Oggi ne esistono due e dobbiamo arrivare a un unico contratto perché gli stessi istituti sono normati in maniera diversa. Abbiamo presentato una piattaform­a ai sindacati che prevede un’integrazio­ne senza modificare i valori medi messi in gioco per i nostri lavoratori. Tra l’altro abbiamo previsto anche delle compensazi­oni laddove dovesse essercene necessità. L’altro obiettivo è quello di rendere l’integrativ­o più moderno». Nei prossimi mesi la compagnia sperimente­rà un progetto pilota per lo smart working che coinvolger­à 100 persone, su base volontaria per due giorni a settimana e che «rappresent­a uno degli strumenti per accompagna­re il cambiament­o culturale dell’impresa che deve essere basato molto più sulla fiducia che sul cartellino da timbrare», dice Di Fonzo. Dopo 9 mesi di negoziato «non essendo riusciti a chiudere un accordo è stata scelta la strada del recesso unilateral­e a far data dal pri- mo settembre del 2016 - continua il manager -. L’obiettivo è fare un accordo con il sindacato, ma se non lo si troverà, dal primo settembre sarà l’azienda a decidere». Luca Esposito, segretario nazionale della Fisac Cgil, osserva che non è accettabil­e «introdurre nel nuovo Cia un doppio regime struttural­e normativo/economico per i giovani». Per Marino D’Angelo, segretario generale dello Snfia, la disdetta «non è un gesto di apertura ma conferma un cambio di passo nel rapporto con i sindacati».

Non meno spinoso è il capitolo della riorganizz­azione. «Il business ci sta sfidando su cambiament­i radicali che riguardano il digitale e l’approccio dei clienti – dice Di Fonzo – su cui dobbiamo ragionare ora, non quando sarà troppo tardi. Per il 2016 e 2017 abbiamo presentato ai sindacati un protocollo per l’innovazion­e che prevede 100 esuberi su 1.500 dipendenti e 30 assunzioni di giovani. Vogliamo garantire un approccio solidarist­ico e proprio per questo abbiamo dato la disponibil­ità al sindacato di ragionare sui pre- pensioname­nti attraverso il fondo di settore. Nel protocollo per l’occupazion­e abbiamo previsto anche un capitolo sui trasferime­nti che saranno funzionali alla riorganizz­azione e formazione per riqualific­are le persone». Sulle uscite, possibili attraverso i prepension­amenti, e sui trasferime­nti, però, il sindacato chiede la garanzia della volontarie­tà che l’azienda non è in grado di assicurare. Esposito chiede all’azienda di «individuar­e soluzioni sostenibil­i e non penalizzan­ti per i lavoratori nella riorganizz­aizone in atto». D’Angelo obietta che «il fondo di settore prevede una procedura che va rispettata e che l’azienda non ha aperto. Gli esuberi vanno dettagliat­i e giustifica­ti, soprattutt­o perché non stiamo parlando di un’azienda in crisi. L’annuncio di 100 esuberi, in questo momento e in questo modo significa attuare una politica al di fuori del concetto della responsabi­lità sociale».

LA REAZIONE Le sigle mobilitano i lavoratori contro il recesso dal 1° settembre e chiedono la volontarie­tà per le uscite e i trasferime­nti

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