Nel nuovo Def «spending» triennale e clausole disinnescate fino al 2019
Una doppia operazione triennale. È quella che dovrebbe essere indicata nel prossimo Def in arrivo ad aprile per rendere maggiormente strutturale la spending review, anche in linea con la riforma del bilancio che si accinge a diventare pienamente operativa. E per allestire fin da ora un percorso che preveda la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia fiscali fino al 2019 (oltre 54 miliardi) e non solo per il 2017 (15,1 miliardi) come accaduto con l’ultima legge di stabilità.
La decisione finale sarà presa nelle prossime settimane, anche perché al varo del nuovo Def manca ancora un mese e mezzo e a Palazzo Chigi come al ministero dell’Economia si attende che si concluda prima il confronto in corso con Bruxelles sui conti pubblici. Alcune linee guida del nuovo Documento di economia e finanza cominciano comunque ad essere abbozzate. La due operazioni triennali su spending e clausole non saranno necessariamente concatenate.
Le risorse che saranno recuperate dalla “fase 3” della revisione della spesa saranno infatti in gran parte utilizzate per coprire le nuove misure orientate alla ridu- zione delle tasse e all’alleggerimento del “cuneo” che il Governo adotterà nei prossimi tre anni. A partire dal taglio dell’Ires, peraltro già assorbito nel “tendenziale” di finanza pubblica, quello dell’Irpef al momento calendarizzato per il 2018 e i nuovi interventi che si stanno preparando per favorire l’occupazione e alleggerire il costo del lavoro una volta che si sarà esaurita la fase di decontribuzione per i neo-assunti a tempo indeterminato. Che nell’attuale versione potrebbe essere ancora prorogata, forse in forma ulteriormente ridotta, ma solo per un altro anno.
Palazzo Chigi e il commissario della spending, Yoram Gutgeld, per il momento non si sbilanciano sulle prime ipotesi che si fanno sull’impatto della nuova spen- ding. Ma per alcuni tecnici del Governo l’asticella della revisione della spesa per il prossimo triennio non potrà scendere sotto i 30-40 miliardi. Una decina di miliardi dovrebbero arrivare, sempre su base triennale, dal nuovo sistema di centralizzazione degli acquisti della Pa imperniato su sole 33 stazioni appaltanti. Altri risparmi arriverranno dall’adozione a vasto raggio del dispositivo dei costi e dei fabbisogni standard, dagli interventi sugli immobili pubblici, sulla prosecuzione del processo di efficientamento dei bilanci delle amministrazioni centrali (ministeri in primis) e dall’attuazione della riforma della Pa. Proprio questo intervento dovrebbe essere incasellato nel capitolo del Def, insieme alle misure su ricerca, infrastrutture e quelle di natura fiscale, al quale dovrebbe essere collegata la fetta di flessibilità che il Governo conta di utilizzare nel 2017. «Con il Def di aprile troveremo una soluzione definitiva sia del quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita», ha detto ieri il mini- stro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, facendo riferimento al confronto con Bruxelles.
All’esito della trattativa con la Ue è appesa anche l’ipotesi di rafforzare il taglio delle tasse per il prossimo anno, che allo stato attuale prevede solo la riduzione dell’Ires. Anche per questo motivo Governo e maggioranza frenano sulla possibilità di anticipare eventualmente altre misure come ad esempio il taglio dell’Irpef. «Questo è il momento per guardare i numeri e non per fare annunci», dice Filippo Taddei, responsabile economico del Pd.
Quanto alla revisione della spesa, un nodo strategico resta il coinvolgimento degli enti territoriali. La scorsa settimana la Corte dei conti, nel dossier sulla finanza locale, ha sottolineato che sul fronte degli enti locali la spending review stenta a diventare organica. Anche la buona riuscita del nuovo sistema di centralizzazione degli acquisti Pa dipende, per una buona fetta, dalla reale adesione degli enti territoriali.
LE OPZIONI SUL TAVOLO Per i tagli si punta su acquisti e riforma Pa, fabbisogni standard e ministeri. Resta il nodo enti locali: per la Corte dei conti la spending non è ancora organica