Etruria: contestata ai vertici la gestione di crediti e immobili
Gestione del credito e degli immobili, premi sociali, buonuscite e consulenze. Sono questi i principali motivi per cui la Banca d’Italia ha deciso di sanzionare anche quest’anno i vertici della vecchia Banca Etruria. Agli ultimi cda Palazzo Koch contesta responsabilità collegiali – più che individuali – per aver «eroso le esigue risorse patrimoniali» come «già evidenziato dagli accertamenti ispettivi conclusisi nel settembre 2013». Per questo i 27 membri dei consigli dell’ultimo biennio, di cui fanno parte l’ex presidente Lorenzo Rosi, i due vice Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, e il consigliere Luciano Nataloni, sono stati multati anche questa volta, a conclusione della terza ispezione, per un totale di 2,2 milioni. Sanzione, peraltro, del tutto simile a quella di due anni fa (2,5 milioni l’ammontare).
Il Servizio di coordinamento e rapporti con l’esterno di Bankitalia evidenzia principalmente, nel suo documento, «le carenze nel governo, nella gestione e nel controllo dei rischi, con riflessi nella situazione patrimoniale», e a questo proposito mette in luce, come primo rilievo, la mancanza di adeguati parametri patrimoniali, definiti «largamente inferiori ai livelli minimi previsti» (sia per quanto riguarda il Tier I, sia per quanto riguarda il Tier 2), con rettifiche sui crediti complessive per 622 milioni nel 2014 e una perdita d’esercizio di 517 milioni.
Nel secondo rilievo si passa poi alle responsabilità degli organi aziendali, che avrebbero «affrontato con grave ritardo le principali criticità della banca, anche successivamente alle sollecitazioni effettuate dalla Vigilanza». Ci si riferisce, in particolare, ai ritardi nella gestione delle sofferenze e all’assenza di strategie da parte del cda nel suo complesso. Si sottolineano dunque «la mancata tempestiva implementazione di strate- gie, politiche e strutture dedicate alla gestione delle posizioni creditizie deteriorate, nonostante il grave scadimento della qualità del portafoglio prestiti…» e quindi «la pessima qualità del comparto creditizio»; «l’assenza di interventi idonei a ristabilire l’equilibrio reddituale del gruppo».
Rispetto alle controdeduzioni inviate da Rosi, Boschi, Berni e Nataloni, che sottolineavano che queste osservazioni erano già state evidenziate nella precedente ispezione e che quindi la sanzione era già avvenuta e non poteva essere ripetuta due volte, la Banca d’Italia rileva che «l’indagine ispettiva è fondata su fatti e elementi nuovi», ad esempio «la mancata implementazione di interventi atti a fronteggiare il deterioramento dei crediti, l’adozione di scelte gestionali non coerenti con l’esigenza di ristabilire l’equilibrio, come un premio sociale nel settembre 2013, il riacquisto dell’immobile dove ha sede Banca Del Vecchio, il proliferare di consulenze nel biennio 2013-2014, la mancata messa a reddito di Palazzo della Fonte, la consistente buonuscita all’ex dg Luca Bronchi».
Da sottolineare che Bankitalia ha sanzionato anche gli ultimi componenti del cda, durati in carica solo pochi mesi, per la buonuscita dell’ex dg, e non per altre contestazioni (per 52mila euro). A Boschi, Rosi, Berni, Orlandi e Nataloni vanno 130mila euro di multa, pur avendo ruoli diversi nel cda.
LE MULTE A Rosi, Berni, Pier Luigi Boschi, Nataloni e agli altri membri degli ultimi cda contestate responsabilità collegiali più che individuali