Iorio: collaborazione con la Procura su Zonin
Prima di ascoltare il nome di Gianni Zonin, ieri sono passati cento minuti in assemblea. E pensare che lo storico presidente della banca, che a due passi dalla sede dal capannone affittato ieri ha casa e “bottega”, indagato insieme all’ex ad Samuele Sorato e ad alcuni top manager della passata gestione, è ancora ben impresso nella mente dei soci. Spesso senza fare nomi, in molti ieri hanno chiesto giustizia, e che la banca sfrutti tutti gli strumenti a sua disposizione per fare luce e riavere quel che è stato sottratto.
A rispondere, il presidente Dolcetta e soprattutto il ceo Iorio, chiamato a gestire il presente ma anche a fare i conti con il passato. È a lui che i soci chiedono di portare avanti l’operazione-verità: «Nel corso di questi mesi ho ripetutamente interagito con le diverse procure nazionali che sono state interessate, fornendo loro ben altro che non un esposto di alcune paginette», ha detto il manager. E a chi chiedeva un’immediata azione di responsabilità nei confronti degli amministratori finiti nel mirino delle procure ha risposto con un invito alla calma: «Non bisogna avere fretta di fare le cose, ma la pazienza di farle per bene, in stretta collaborazione con la magistratura, che sta facendo un ottimo lavoro». In pratica, prima si attenderanno gli sviluppi delle indagini, poi si valuterà il modo più efficace per agire: le inchieste, d’altronde, sono complesse e come ha fatto intendere in settimana il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri ci vorrà almeno un anno per verificare ipotesi di reato che oltre all’aggiotaggio e all’ostacolo alla vigilanza potrebbero comprendere anche il falso in bilancio e l’associazione per delinquere, vista la vera e propria “banca deviata” che sembra emergere dal lavoro dei Pm. Quelli vicentini, ma non solo: all’opera ci sono anche le procure di Udine e Prato, sulla base di almeno 600 denunce di altrettanti azionisti che lamentano di essere stati truffati o costretti a comprare azioni. Buona parte dei manager che all’epoca guidava la banca oggi non c’è più, ha ricordato Iorio: « Io ho a mio riporto 13 manager: 11 sono nuovi e non appartengono più alla gestione passata. Tutti i manager verso cui sono state riscontrate oggettive responsabilità sono stati licenziati senza prendere un euro».