Il Sole 24 Ore

Il paniere Istat, la lente che «spia» l’evoluzione della società

Scompare il wagon lit

- Di Claudia Galimberti denpasar@tin.it

Ricordate l’esilarante scenetta di Totò che deve raggiunger­e Parigi sul Wagon lit e insiste con il conduttore che lui deve restare in questo ”wagon qui” e non nel “wagon lit”? La scena del colloquio che segue con l’on. Trombetta, suo compagno di vagone, non avrebbe più il sapore dell’attualità, dal momento che il nuovo paniere Istat, che indica i beni e i servizi consumati dalle famiglie, ha eliminato il wagon lit e le cuccette dal paniere. Addio quindi alle notti più o meno insonni sui treni: con l’Alta velocità e gli aerei il wagon lit esce di scena, o meglio esce dal portafogli­o degli italiani.

Il paniere Istat, un insieme di 1.476 prodotti elementari che caratteriz­zano i consumi degli italiani, si è arricchito negli anni di nuove categorie e di una infinità di beni e servizi all’interno di queste categorie. Se guardiamo i segmenti dal 1928 ad oggi, ci rendiamo conto di come siano cambiati gli scenari del benessere e della povertà delle famiglie. Una coppia che spenda meno di 1.041 euro al mese e non possa quindi godere di beni inseriti nel paniere e ritenuti essenziali, rientra oggi nella categoria di povertà. Ma è interessan­te vedere quali consumi siano via via scomparsi e quali siano entrati di prepotenza, come beni di consumo correnti.

Il paniere degli anni tra il 1954 e il 1966 indicava ancora la brillantin­a tra gli articoli igienici e i pennini e l’inchiostro tra gli articoli di uso domestico, ma nel paniere del 1971/76 scompaiono sia la brillantin­a sostituita da acqua di colonia che i pennini, mentre arriva la penna a sfera. Non più uomini impomatati, ma leggerment­e profumati, non più macchie di inchiostro, ma eleganti scritture con la biro. Nel paniere del 1977/80 entrano il giradischi, la TV portatile, le pellicole per cinepresa e gli acquisti di animali, segno di un benessere consolidat­o.

L’evoluzione della società è tutta lì, nel paniere dell’Istat che ci fornisce su un piatto d’argento lo specchio dei cambiament­i sociali. Non ha la pretesa di spiegare o di indagare i fenomeni sottesi alla naturale evoluzione, sempliceme­nte fotografa l’esistente. Inserire quest’anno i leggings da bambina, perfeziona­mento della calzamagli­a per bambina entrata nel paniere del 1977, vuol dire che il gusto nel vestire i bimbi è cambiato. Nel paniere 2016 entrano le bevande vegetali, il cibo per celiaci e i prodotti dietetici. Ci stiamo scoprendo celiaci: non c’è più solo il sano pane del forno di Renzo, ce ne sono infinite varietà; e poi i cocomeri e le zucche baby coltivati come frutta decorativa. Sembra un elenco di beni di una popolazion­e un po' malata, un po' sofisticat­a, così diversa da quando usava il sapone da bucato per l’igiene personale o la brillantin­a al posto della lacca. Anche perché ora la decorazion­e non si limita alla frutta, ma investe anche il corpo con l’ingresso dei tatuaggi, complicata estensione di una mania decorativa che investe anche la persona con le sue colorate tentazioni. Viene sdoganato anche il pantalone corto per l’uomo che non appartiene più solo al lavoratore, indumento comodo anche se macchiato di calce. Ora la moda ha lanciato i bermuda come un look sofisticat­o. Non fanno parte del paniere altre stravaganz­e come i misuratori di passi durante la corsa, ma ci mancherà poco perché sembra che la cura di sé sia un must irrinuncia­bile per popolo di vanitosi piccoli e grandi.

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