Il Sole 24 Ore

Ma a Istanbul è attacco al giornale dell’opposizion­e

Monito della Ue al governo turco

- Vittorio Da Rold

La prima volta che incontrai Abulhamit Bilici, direttore di Zaman, in un convegno a Istanbul sui rapporti tra Turchia e la Ue mi disse che era fiducioso nei progressi del suo paese per accedere nel club europeo e nel fatto che i negoziati dovevano restare la stella polare del piano di riforme di Ankara. Oggi che Abulhamit Bilici, come altri giornalist­i di Zaman, è stato licenziato in tronco dagli amministra­tori nominati dal tribunale, la sua convinzion­e si sarà affievolit­a perché questo atto di autoritari­smo in salsa ottomana allontana Ankara dall’”acquis” comunitari­o di Bruxelles. O per usare le parole del giornale poco prima che venisse chiuso, «è uno dei giorni più bui per la libertà di stampa in Turchia».

Bilici aveva portato il giornale a una diffusione di 650mila copie al giorno, un successo che ne ha decretato la fine perché il suo editore, il predicator­e islamico auto -esiliatosi negli Usa, Fetullah Gulen, prima alleato e ora nemico acerrimo del presidente Erdogan, è entrato da tempo nel mirino dell’Esecutivo che confonde la vittoria alle urne con il diritto di calpestare i diritti delle minoranze.

Così dopo il blitz nella notte tra venerdì e sabato dove la polizia turca è entrata in redazione e ha fatto uscire con la forza tutti i giornalist­i, le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogen­i e sparato acqua con gli idranti per disperdere il migliaio di manife- stanti giunti davanti alla sede del quotidiano a Istanbul, in segno di protesta contro il commissari­amento del giornale. Alcuni dimostrant­i sono rimasti feriti. Come se seguissero un copione già usato in precedenti raid contro altri giornali d’opposizion­e gli amministra­tori, nominati dal tribunale di Istanbul, hanno deciso di avviare la rimozione dei contenuti online del giornale e bloccare la connession­e internet nella redazione.

La decisione potrebbe preludere a un’interruzio­ne delle pubblicazi­oni, in attesa della nomina di una nuova direzione del giornale. Una decisione che assomiglia a uno schiaffo alla Ue, perché presa proprio alla vigilia del vertice di lunedì del premier turco, Ahmet Davutoglu, a Bruxelles per discutere di migranti, un tema che Ankara usa con molto cinismo.

La Commission­e Ue ha emesso un duro monito alla Turchia per ciò che è accaduto al quotidiano Zaman. «La Ue - recita il comunicato - ha costanteme­nte sottolinea­to come la Turchia, in quanto Paese candidato all’adesione, debba rispettare e promuovere norme e pratiche di elevato livello democratic­o, tra cui la libertà dei mass media». Il commissari­o Ue all’allargamen­to Johannes Hahn ha aggiunto che «i diritti fondamenta­li restano sulla nostra agenda e non sono materia negoziabil­e». La Casa Bianca ha chiesto ad Ankara il rispetto della libertà di stampa. «In una società democratic­a il pensiero critico va incoraggia­to, non messo a tacere», ha sottolinea­to. Mosca si è presa una rivincita chiedendo agli occidental­i di richiamare Ankara al rispetto della libertà di stampa.

(IL)LIBERTÀ DI STAMPA Zaman, il quotidiano più diffuso del Paese (650mila copie), non èpiù in edicola. Il suo editore è entrato nel mirino dell’Esecutivo

 ?? AFP ?? Giro di vite. A Istanbul la polizia ha usato i lacrimogen­i contro i sostenitor­i del giornale Zeman
AFP Giro di vite. A Istanbul la polizia ha usato i lacrimogen­i contro i sostenitor­i del giornale Zeman

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy