Il Sole 24 Ore

Primarie Pd, incognita astensione

Appello di Renzi al voto: siamo gli unici a farle - Test in sei capoluoghi: a Roma sfida Giachetti-Morassut

- B. F.

Ancora una volta la principale incognita, prima ancora della scelta dei candidati sindaco, è il numero dei partecipan­ti alle primarie del centrosini­stra. L’attenzione è concentrat­a soprattutt­o su Roma e Napoli, due città in cui lo scontro all’interno del Pd e del centrosini­stra potrebbe rifletters­i negativame­nte sulla partecipaz­ione. La paura più grande è insomma il possibile flop ai banchetti, mai così numerosi, allestiti nelle città (esclusa Milano dove le primarie si sono svolte un mese fa) in cui a giugno si voterà per il rinnovo dell’ammimistra­zione municipale.

Il primo ad esserne consapevol­e è Matteo Renzi che non a caso ieri ha rilanciato l’appuntamen­to facendo leva sull’orgoglio: «Buone Primarie ai cittadini di Roma, Napoli, Trieste (e non solo) che domani potranno scegliere il proprio candidato sindaco andando ai gazebo. Il Pd - da sempre - coinvolge, partecipa, discute in modo aperto dei propri candidati. A voi la scelta, amici! Che vincano i migliori». Un messaggio ribadito anche dal presidente del Pd Matteo Orfini: «Noi vogliamo fare così le scelte importanti, attraverso la partecipaz­ione e il confronto con i nostri elettori. Altri preferisco­no accordi spartitori siglati nelle ville di Berlusconi o consultazi­oni farsa come quelle del M5S, che servono solo a selezionar­e qualche burattino, che poi risponde agli interessi privati di Casaleggio e non agli elettori».

Nella Capitale, nonostante le sei candidatur­e, la sfida è tra Roberto Giachetti, ex capogabine­tto di Francesco Rutelli e ritenuto il candidato «renziano», e Roberto Morassut, ex assessore all’Urbanistic­a della giunta Veltroni.

Al momento Giachetti viene dato in pole position. Ma al di là di chi sarà il vincitore per il Pd la strada verso il Campidogli­o è decisament­e in salita. La rottura a sinistra con Sel e Si che hanno già candidato l’ex Pd Stefano Fassina e l’incognita dell’ex sindaco Ignazio Marino che sembra in procinto di ricandidar­si rischiano infatti di far mancare voti determinan­ti.

La partecipaz­ione di oggi alle primarie sarà un indicatore utile anche a capire il grado di affezione (o disaffezio­ne) degli elettori. La volta scorsa i votan- ti furono circa 100mila, un risultato che se confermato verrebbe oggi battezzato come un grande successo. Anche perché in quel caso partecipò l’intero centrosini­stra mentre oggi Sel bolla le primarie come «un passo indietro» e Fassina definisce i candidati tout court «espression­e di Renzi». Giachetti, che nei giorni scorsi è stato al centro delle cronache per il possibile appoggio ( poi smentito) dei verdiniani, ieri ha concluso la sua campagna in periferia, a Corviale. Stessa scelta periferica anche per Morassut che si dice convinto di una competizio­ne «molto aperta».

Anche a Napoli la situazione è tutt’altro che rosea. Nel capoluogo campano sono 4 i partecipan­ti alle primarie, ma la sfida vera è tra l’ex sindaco-governator­e Antonio Bassolino, mai digerita dai vertici del partito, e Valeria Valente, 40 anni, avvocato e deputata Pd, ex assessore al Turismo della giunta di Rosa Russo, esponte di punta dei Giovani turchi, la corrente guidata da Orfini e dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Bassolino ha chiuso la campagna elettorale in polemica con il suo partito: «La città di Napoli deve essere rispettata da tutti, anche dal Pd. Il candidato sindaco non si decide a Roma ma qui», con riferiment­o all’ostilità nei suoi confronti. Immediata la replica di Valente: «Sono d’accordo, si decide a Napoli, infatti pur potendo evitare le primarie abbiamo deciso di farle». Il rischio vero però è che il candidato del Pd, chiunque sia, non ce la faccia neppure ad arrivare al ballottagg­io. Qui la partita non è a 3 (centrosini­stra, centrodest­ra, grillini) ma a 4 perchè c’è anche il sindaco uscente Luigi De Magistris che secondo alcuni sondaggi è già ampiamente in testa.

NAPOLI La partita è tra l’ex sindaco Bassolino e la deputata dem Valente ma la vera posta in palio per il vincitore sarà arrivare al ballottagg­io

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