Arriva l’atteso «Sì» sul matrimonio tra A2A e LGH
Nasce la super-utility lombarda
pNon è la Multiutiltiy del Nord, il sogno di una super aggregazione tra Milano e Torino sull’energia vagheggiato ai tempi del Governo Monti, ma ci si avvicina molto. Finito (almeno per ora) in un cassetto il progetto di una fusione con Iren (la municipalizzata ligure- piemontese), l’utility A2A porta invece a casa, dopo molti ritardi, l’aggregazione con Lgh (di cui comprerà il 51%). È il primo tassello di un nuovo progetto, che si chiama Multiutility dei Territori e punta a mettere insieme realtà locali. Una naturale prosecuzione della sua vocazione per A2A, visto che l’azienda è nata dall’unione di Milano (la vecchia Aem) e Brescia: Lgh raccoglie una serie di municipalizzate della Bassa Padana tra il lodigiano e Brescia. Nasce dunque una super-utility lombarda (con molta coerenza geografica e indutriale) che raccoglie, sotto l’ombrello dell’azienda bresciano-milanese, le attività di Aem Cremona, della Asm Pavia, della Astem Lodi, di Cogeme e della SCS Crema, soci di Linea Group Holding. Venerdì notte, a tardissima ora, le municipalizzate, assistite dai legali di Bonelli Erede, hanno detto sì al matrimonio, firmando un accordo che vende ad A2A (supportata da Gianni Origoni) il 51% del capitale Lgh. Il closing dovrà avvenire entro i prossimi 90 giorni, stante l’ok dell’Antritust. A2A pagherà un prezzo, per il 58% in cash e per il 42% in azioni, di 113 milioni di euro,con un sorta di clausola di earn out(parte del compenso verrà pagato tra 3 anni). Si realizza, così, per A2A uno degli obiettivi del piano industriale, quello del macro progetto delle aggregazioni locali.
Ma non è stato un matrimonio semplice: c’è voluto quasi un anno con continui rinvii e uno stillicidio di proroghe. Ancora fino all’utimo momento,i comuni locali hanno puntato i piedi, rischiando di mandare a monte l’intera operazione. A2A ha messo dunque sul piatto 113 milioni, ma i comuni soci di Lgh non erano disposti a incassare meno dei 125,5 milioni dell’offerta vincolatne inizialmente avanzata da Milano-Brescia. Tiziano Belotti, sindaco leghista di Rovato (Bs), a cui fa capo Cogeme, il capofila dei soci Lgh perchè la quota pià di peso (31%) aveva posto il suo veto a un accordo al ribasso e aveva anche tuonato contro il riottoso cda di Cogeme. Si vedrà ora la reazione. Capita, quando ci sono di mezzo le municipalizzate, invischiate spesso tra bizantinismi di governance e ingerenze locali. Ne sanno qualcosa anche in A2A, dove si è superato l’empasse della divisione manichea tra i due comuni, solo con l’abolizione del sistema Duale (quello con consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione, che duplica le funzioni) e la guida affidata a Giovanni Valotti e Luca Camerano. Sta di fatto che nel corso dei negoziati sarebbero però emersi, come rivelato dall’agenzia Reuters, due ostacoli che riguardano il socio Aem Cremona: un debito da 28 milioni verso Lgh e costi legati allo spegnimento anticipato dell’in-
LA TRATTATIVA A2A raggiunge l’accordo a 115 milioni, il 10% in meno dell’offerta iniziale - Fino all’ultimo il sindaco di Rovato ha puntato i piedi
ceneritore della città. Questo, unito ad alcuni parametri tecnici previsti dall’accordo, potrebbe spiegare il perché di un closing a un prezzo più basso dell’offerta iniziale (dietro anche garanzie che A2A potrà recuperare il credito). Dietro la Multiutility dei Territori e dietro lo sblocco della trattativa c’è stata la regia del sindaco (uscente) di Milano, Giuliano Pisapia. Il consolidamento tra le utility è solo all’inizio e la mossa mette A2A in una posizione privilegiata sullo scacchiere. I matrimoni, nell’energia, sono indispensabili: il prezzo dell’elettricità è crollato (il prezzo unico nazionale si è dimezzato in soli 3 anni da 69 a 34 euro a Megawatt).