Il Sole 24 Ore

E l’uomo accese il fuoco

- di Gianni Fochi

Sarà l’ennesimo Oopart ( Out Of Place Artifact , manufatto nel posto sbagliato)? Come la millantata pila elettrica di Baghdad, risalente al secondo secolo a. C., o il cosiddetto astronauta dipinto dai Maya circa 1.300 anni fa, ai quali Silvano Fuso, nel libro La falsa scienza (Carocci), toglie spietatame­nte ogni alone di mistero.

Invece la segnalazio­ne arriva dalla Royal Society of Chemistry , l’antica e autorevole società chimica britannica, che rilancia una notizia della rivista Scientific Reports del gruppo editoriale Nature. In Olanda sei ricercator­i dell’università di Leida e del politecnic­o di Delft lanciano l’ipotesi che l’uomo di Neandertha­l, circa cinquantam­ila anni fa, preparasse un accendi-fuoco basato su una reazione chimica tutt’altro che banale.

Negli scavi di Pech-de-l’Azé in Dordogna (nel sud-ovest della Francia) sono stati trovati, in prossimità di focolari, blocchetti lavorati neri di pirolusite, minerale composto da biossido di manganese, attribuibi­li a poco prima della fine del paleolitic­o medio. Altri ossidi di manganese sono stati portati alla luce nello stesso sito, e s’è sempre pensato che nell’insieme servissero come pigmento, per decorazion­i rupestri o della pelle. Ora però il gruppo olandese, dopo aver fatto analisi con tecniche strumental­i raffinate e aver tentato con successo un esperiment­o, ritiene probabile che la pirolusite avesse uno scopo particolar­e e inaspettat­o.

Prima di lasciarsi andare all’entusiasmo, è bene ricordare che Scientific Reports pubblica moltissimi articoli e lo fa dietro pagamento da parte degli autori. Non è una rivista particolar­mente selettiva, insomma, sebbene segua comunque la regola del peer review, l’esame da parte di specialist­i. Senza voler mettere in dubbio la serietà metodologi­ca della ricerca olandese, è bene accogliere l’ipotesi appunto come ipotesi: molto interessan­te, ma da corroborar­e con altri indizi.

Di certo c’è che il biossido di manganese abbassa parecchio la temperatur­a necessaria per accendere un fuoco, e d’altra parte l’industria dei Neandertha­l presuppone che essi il fuoco sapessero controllar­lo abbastanza bene, senza limitarsi a disporne solo in seguito a incendi spontanei. Se l’ipotesi fosse vera, saremmo davanti al più antico uso deliberato d’un reagente chimico: nei manuali di chimica per le scuole non sarà male raffigurar­e il primo chimico con le fattezze e l’abbigliame­nto d’un Neandertha­l.

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il fuoco | Un’immagine dell’esperiment­o dei ricercator­i olandesi

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