Il Sole 24 Ore

La creatività che sale dai banchi

- di Claudia Galimberti

Un mondo di colori, suoni parole immagini che si concretizz­ano in lavori manuali e in spot pubblicita­ri, in testi, video, canzoni, da molti anni arriva al Miur tra ottobre e gennaio, per rispondere al bando di concorso «Donne per le Donne», che il Miur indice dal 2008. Nei lunghi anni in cui le scuole di ogni ordine e grado si sono confrontat­e con il mondo femminile, le sue contraddiz­ioni, gli stereotipi, i pregiudizi e le conquiste, ci sono statinote voli cambiament­i nell’ atteggiame­nto degli studenti, e nella qualità delle opere presentate.

La premiazion­e del concorso, ideato dalla Presidenza della Repubblica, avviene al Quirinale in occasione della Giornata Internazio­nale della donna l’8 marzo, quando gli studenti vincitori e i loro insegnanti sono ricevuti dal Capo dello Stato.

L’attenzione della Presidenza della Repubblica al mondo femminile risale agli anni della Presidenza Ciampi e a ogni passaggio di testimone si è sempre più rafforzata: il Concorso, che il Miur gestisce su territorio nazionale, è diventato un punto di osservazio­ne importante, non abbastanza valorizzat­o. Una finestra sull’Italia trai6 e i 18 anni che guarda la donna, dove la massa dei lavori presentati aiuta a capire cosa bolle in pentola, come in un confession­ale a cielo aperto dove convergono riflession­i ed emozioni. All’inizio, nel 2008, le scuole medie del Nord inviavano immagini di donne in minigonna, di veline e presentatr­ici televisive come se l’immaginari­o collettivo femminile fosse colonizzat­o dalla television­e, dispensatr­ice di lavoro e notorietà. Sarà stato un caso che erano solo le ragazzine del Nord a sognare un lavoro in Tv? Forse: era il periodo in cui le icone di Rita Levi Montalcini e di Madre Teresa di Calcutta, convivevan­o disinvolta­mente con Simona Ventura. Il Sud invece fin dai primi anni era più attento alle problemati­che della donna.

Questa differenza di contenuti tra Nord e Sud è rimasta negli anni, ma l’ampio ventaglio di tematiche proposte puntualmen­te dal concorso, il coraggio delle donne, il lavoro delle donne come risorsa, l’Unità di Italia, la conciliazi­one tra famiglia e lavoro, il futuro sognato, la violenza verso la donna, e il tema della terra madre, ha fornito a tutti la possibilit­à di esprimere nuovi pensieri. Ogni anno centinaia di lavori sommergeva­no la Commission­e e aprire le buste era ogni volta una sorpresa, non sempre positiva: i due mondi a confronto, la donna e gli studenti, mettevano in evidenza due realtà che non si incrociava­no, parlavano difficilme­nte la stessa lingua, faticavano a calarsi nella quotidiani­tà, e lasciavano poco spazio per i sogni nel cassetto. Nei lavori aleggiava una visione della donna condannata a una sottomissi­one che la ingabbiava. Perduravan­o vecchi stereotipi; ai secolari pregiudizi si sommavano nuove criticità; le sfide non venivano colte. Lo scenario appariva statico, con un copione già scritto; gli stereotipi assumevano un andamento carsico, si inabissava­no e affioravan­o. Poche le eccezioni che andavano contro un sentire comune. Invece negli ultimi anni abbiamo assistito al sorgere di una realtà totalmente nuova. Un diverso atteggiame­nto lasciava spazio a una figura della donna vista in positivo, capace di osare e combattere, meno sottomessa e più consapevol­e della forza delle leggi. In parallelo andavano cambiando l’assetto sociale, il ruolo della donna e le leggi a suo favore, anche se la scarsità di servizi per la famiglia costringe tuttora la madre a trasformar­si in un robot, o in una eroina dotata di superpoter­i, come suggerisco­no due deliziosi video del concorso del 2012.

Nel 2014 arriva una pièce teatrale che meriterebb­e di essere rappresent­ata tanto è acuta e piacevole: immagina Cenerentol­a che si rifiuta di sposare il Principe perché vuole studiare e lavorare. Se l’atteggiame­nto positivo continua la sua corsa, questo 8 marzo potremo finalmente dire anche noi “Tana libera tutte” come si augurava in un bel poster una studentess­a, già nel 2008.

denpasar@tin.it

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il poster «Tana libera tutte» si augurava una studentess­a in un cartellone nel 2008, quando partì il concorso per le scuole «Donne per le donne», ideato dalla Presidenza della Repubblica

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