Il Sole 24 Ore

Economista tagliente

- di Gino Ruozzi

Saggista ed economista tagliente e incalzante, docente universita­rio e accademico dei lincei, storico collaborat­ore della «Stampa» e del «Giornale» di Indro Montanelli, Sergio Ricossa è morto lo scorso mercoledì 2 marzo a Torino, dove era nato nel 1927 (ne ha tracciato un preciso e affettuoso ritratto Lorenzo Infantino sulle pagine del «Sole 24 ore» il 4 marzo). I titoli dei suoi volumi sono quantomai rappresent­ativi dello spirito bril

lante e caustico che lo contraddis­tingueva: Comesi manda in rovina un Paese( Rizzo li ,1995; Rubbettino, 2012); Maledetti economisti (Rizzoli, 1996; Rubbettino, 2010); Manuale di sopravvive­nza a uso degli italiani onesti (Rizzoli, 1997; Rubbettino, 2011); Elogio della cattiveria (Cidas, 1998); Da liberale a libertario (Flacco, 1999).

Nel 1999 pubblicò presso l’editore Fògola di Torino il volume di prose brevi Scrivi che ti passa, con una presentazi­one di Montanelli («Sia pure a malincuore, dominata com’era dal suo sinistrism­o di borgata, la mafia universita­ria aveva dovuto riconoscer­e in lui uno degli eredi più genuini e geniali, forse anzi il solo geniale, di Luigi Einaudi. Ma il Ricossa editoriali­sta e polemista, lo considerav­o una conquista mia, di cui, più che compiacerm­i, mi pavoneggia­vo con me stesso»). Scrivi che ti passa è composto di apologhi e aforismi, «storielle» e «scherzi di penna», «identikit» e «consigli di vita (e di morte)». Montanelli affermava di ritrovarvi «del Montaigne, del Voltaire, del Renard» e tra gli italiani poche affinità se non quella con la penna pungente di Arrigo Cajumi, altro polemista di razza, autore dei coltissimi e corrosivi Pensieri di un libertino (1947 e 1950). Nella recensione del libro un altro sodale spirito provocator­io come Anacleto Ve rrec chiane aveva sottolinea­to i rapidi e penetranti« guizzi », gli aforismi« sapidi» e« speziati ».

Di questi testi affilati e lapidari fornisco una piccola indicativa antologia: «Se non ci fossero i provvidenz­iali cretini come faremmo a sentirci qualche volta superiori? Ma i cretini si sentono superiori sempre»; «Le eguaglianz­e oggettive sono spesso diseguagli­anze soggettive»; «Ogni politico si dichiara onesto: come i ladri»; «Ognuno ha la sua “mano invisibile”, che lo guida. I liberali hanno il mercato, i cattolici la provvidenz­a e i marxisti la storia. Tutti hanno le illusioni»; «La modernità consiste nell’affidare a uomini sempre più cretini il funzioname­nto di macchine sempre più intelligen­ti»; «Dio non è una soluzione, è un problema in più». In chiusura di volume Ricossa collocò alcune decine di aforismi economici ovvero leggi dell’economia scientific­a, di cui offro un’eloquente selezione: «Chi si lamenta che il lavoro è pagato troppo ha un reddito almeno dieci volte superiore al salario medio»; «Lo speculator­e avveduto specula esclusivam­ente col denaro degli altri»; «Il risparmio arricchisc­e principalm­ente le banche e gli eredi». Sarebbe auspicabil­e che questo libro acuto, agguerrito e illuminant­e fosse di nuovo pubblicato.

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