La moneta, con ironia
Di Marcello De Cecco è stato scritto molto nei giorni scorsi, immediatamente successivi alla sua scomparsa, anche su questo giornale (Mauro Campus il 4 marzo). Sono stati ricordati i suoi primi scritti sulla storia della moneta e i suoi contributi fondamentali all’analisi dei sistemi monetari e finanziari internazionali; le sue analisi dei punti di forza e dei limiti del nostro paese; le sue posizioni complesse e articolate sul ruolo e l’importanza dell’euro e sulla crisi del debito sovrano negli ultimi anni; i suoi lunghi anni di professore in Italia e nel mondo; il suo lavoro nelle istituzioni e nelle banche; la sua rara capacità di coniugare rigore accademico con la semplicità del linguaggio e della divulgazione in conferenze, sui giornali e in mille altre forme. Si è pure ricordato la sua inconfondibile parlata angloabruzzese, i guizzi dei suoi baffi e i lampi dei suoi occhi. Per De Cecco, nessun coccodrillo di maniera. Ogni scritto colpisce, per affetto, rispetto apprezzamento.
Poco rimane dunque alla riflessione domenicale su di lui. Se non che tutti questi elementi facevano di Marcello De Cecco un membro di una specie rarissima e purtroppo in via di estinzione: quella dei grandi vecchi dell’economia italiana. Persone uniche che sanno coniugare una conoscenza profonda dei fatti, con il rigore di una grande cultura, innestata sia nella storia del pensiero che della realtà economica. Persone con troppa intelligenza e troppo uso di mondo per poter essere dogmatici. E che, dunque, hanno sempre e comunque una visione originale e illuminante sugli accadimenti del mondo.
Solo un grande vecchio intriso di ironia, nel concludere una lunga riflessione sulle ragioni della poca lungimiranza europea dei tedeschi, poteva fulminarci con frasi come: «Ma è proprio quello che una buona parte dei tedeschi si rifiuta di fare, aizzata da partiti politici che invitano i cittadini a non vedere la trave nei propri occhi ma a concentrarsi sulle traveggole degli occhi dei vicini», ( Repubblica, 3 maggio 2011). Oppure, commentando la resistenza tedesca ad una politica monetaria espansiva: «La strana visione di politica economica, dettata dai tedeschi alla BCE, riesce a far salire di valore la moneta unica rispetto al dollaro, per quali vantaggi per l'economia europea assai poco si comprende, a voler essere assai beneducati» ( Repubblica, 26 marzo 2013). Giudizi lapidari, ma mai superficiali e sempre conseguenti ad analisi lunghe ed approfondite.
barba@unimi.it
All’importante opera degli economisti Marcello De Cecco e Sergio Ricossa il Sole 24 Ore ha dedicato una pagina venerdì scorso con i ricordi rispettivamente di Mauro Campus e di Lorenzo Infantino.