Valanga in Alto Adige,6 morti
Travolto un gruppo di scialpinisti a oltre tremila metri di quota, soccorsi difficili
Una valanga ha travolto un gruppo di scialpinisti di varie nazionalità in Valle Aurina (Alto Adige). Almeno sei morti, tra cui cinque italiani. Soccorsi difficoltosi a causa dell’alta quota.
Cinque italiani del Sud Tirolo e un austriaco sono morti ieri, uccisi da una valanga che si è staccata in mattinata (intorno alle ore 11) dal Monte Nevoso in Valle Aurina (Bolzano), nelle Alpi Pusteresi, sopra l’abitato di Riva di Tures.
Le vittime sono Margit Gasser, 32 anni di Campo Tures, Matthias Gruber, 16 anni di Valle Aurina, Christian Kopfsguter, 21 anni di Villabassa, Alexander Patrick Rieder, 42 anni di Chienese, Bernhard Stoll, 43 anni di Villabassa e l’austriaco Horst Wallner.
Facevano parte di un gruppo di una quindicina di scialpinisti che avevano affrontato la salita verso la vetta del Monte Nevoso (3.358 metri). In tarda mattinata si è staccata una valanga - con un fronte di circa 200 metri - che li ha travolti. Otto sciatori si sono liberati dalla neve o sono stati recuperati dal centinaio di soccorritori che hanno lavorato con l’aiuto di 4 elicotteri e dei cani. A lungo si è temuto che ci fossero altri sciatori dispersi ma il bilancio delle sei vittime è stato aggiornato solo con una sciatrice austriaca ferita ed in stato di choc.
Dunque la macchina dei soccorritori è riuscita ad intervenire tempestivamente, nonostante le difficoltà provocate agli elicotteri dall’altitudine del luogo in cui gli scialpinisti sono stati travolti.
Non si può neppure parlare di imprudenza perché gli sciatori erano dotati dei sistemi per agevolare la ricerca in caso di valanga. Ed anche il bollettino delle valanghe presentava un rischio moderato, un livello 2 su una scala che va da 1 sino a 5. Una valutazione che induce ad effettuare l’escursione, certo non a rinviarla.
Ma Giampietro Verza, ricercatore Everest K2 Cnr, sottolinea come l’anomalia delle condizioni atmosferiche di questo inverno renda la situazione particolarmente delicata. Sia per quanto si è verificato a partire dall’autunno, con temperature elevate anche in quota; sia per la nevicata dello scorso fine settimana che è stata la più copiosa dell’inverno.
Così alle precedenti anomalie della stratificazione nevosa si è aggiunta la mancata ststabilizzazione dell’ultima nevicata. Secondo le prime ricostruzioni, quindi, è possibile che lo strato superficiale di neve fresca sia scivolato sullo strato, più duro, della neve ca- duta in precedenza ed alla quale non era “agganciato”. Se poi si aggiungono gli effetti del fohn, i rischi di distacco aumentano. Così pure se interviene l’uomo a “tagliare” il manto nevoso . Per questo, soprattutto quando si devono attraversare delle conche, si deve procedere uno per volta per ridurre i rischi.
Le dimensioni della valanga di ieri erano, tra l’altro, anche abbastanza ridotte: si parla di una “piccola” valanga con 300 metri di scorrimento. Sufficienti, però, per provocare un dramma che ha scosso l’intero Sud Tirolo. Il presidente della giunta provinciale di Bolzano, Arno Kompatscher, ha espresso solidarietà e vicinanza ai parenti delle vittime ed ha ringraziato i soccorritori per il coraggio e la professionalità dimostrata nell’intervento.