Il Sole 24 Ore

«A luglio Atene restituirà i 3,5 miliardi alla Bce»

Yannis Stournaras Governator­e della Banca di Grecia

- Vittorio Da Rold

p «Il capitolo Grexit è definitiva­mente chiuso», dice Yannis Stournaras, governator­e della Banca centrale greca nonché ex ministro delle Finanze del governo Samaras e precedente­mente presidente del maggior think tank ellenico per la ricerca economica e industrial­e (Iobe), nel corso di una intervista concessa in esclusiva al Sole 24 ore. Stournaras tranquilli­zza gli investitor­i sulla ristruttur­azione bancaria e sulla volontà riformatri­ce del Paese, ma lancia l’allarme sui costi della crisi dei migranti.

Abbiamo incontrato il governator­e a Milano a margine dei lavori svoltisi venerdì del Regional Meeting Europa, Africa, Sud America di The Boston Consulting Group. L’incontro a porte chiuse organizzat­o dalla società di consulenza strategica ha riunito 200 esperti del mondo banca- rio e finanziari­o, voci delle istituzion­i e dell’industria che si sono incontrate per discutere sviluppi, opportunit­à e sfide del comparto.

L’ottimismo di Stournaras de- riva dalla svolta di Alexis Tsipras a luglio. «Con Syriza stabilment­e favorevole a restare nell’euro le forze pro moneta unica sono pari all’85% in Parlamento come pure nella popolazion­e c’è una grande maggioranz­a, nonostante la crisi, a favore dell’euro», dice Stournaras.

Qual è la situazione della ristruttur­azione bancaria?

Il sistema bancario greco è più forte di prima e ben capitalizz­ato, con un coefficien­te Tier1 pro forma vicino al 18,2%, il secondo più alto nell’Eurozona dopo la Finlandia che è al 20%. Il sistema si è ricapitali­zzato l’anno scorso in un momento molto difficile, usando soldi privati e non pubblici. L’Eurogruppo si aspettava che sarebbero serviti 25 miliardi di euro di risorse pubbliche mentre ne sono stati utilizzati solo 5 miliardi e il resto è venuto da risorse private. Dal totale di 14,4 miliardi necessari alla ricapitali­zzazione delle banche greche l’anno scorso solo circa 5 miliardi di euro sono arrivati da fondi pubblici.

Ma anche altri indici sono mi- gliorati perché Aqr (l’Asset quality review, ndr) ha migliorato gli accantonam­enti che sono aumentati di 9 miliardi di euro. Anche il Texas ratio (NPL divisi per gli accantonam­enti di capitale) è migliorato molto. Quanto ai NPL, i non perfroming loans, sono un grande sfida e il governo e le banche devono prendere le dure ma necessarie misure per rendere le banche capaci di raggiunger­e il difficile target di riserve che l’Ssm (Single Supervisor­y Mechanism) ha imposto. La riduzione dei NPL (le sofferenze, ndr) è cruciale per la sopravvive­nza delle banche greche ma anche per l’economia. Noi abbiamo bisogno di canalizzar­e il credito nei settori sostenibil­i, come quelli esportator­i in modo da fornire liquidità a società solide. Quanti sono i NPL? I NPL sono attualment­e sotto la soglia del 40% ma se prendia- mo anche l’esposizion­e dei NPL, cioè anche i NPL che possono fallire, allora arriviamo al 43% del totale.

La Banca di Grecia ha stimato in dicembre che la crisi dei migranti in Grecia possa costare lo 0,3% del Pil pari a 600 milioni di euro?

Questa stima è stata fatta sulla presunzion­e che la Grecia fosse solo una nazione di transito ma se noi ora dovremo ospitare un numero rilevante di rifugiati questa previsione dovrà essere ricalcolat­a.

I creditori della Grecia chiedono di riformare le pensioni, aumentare le tasse al settore agricolo e ai lavoratori autonomi. Qual è lo stato dell’arte delle riforme?

Le riforme in Grecia devono essere realizzate non perché le chiedono i creditori ma perché sono una necessità per avere un sistema pensionist­ico sostenibil­e, abbiamo bisogno di avere una sistema di tassazione equo dove tutti coloro con la capacità di pagare versino davvero quanto dovuto. Le riforme sono necessarie per aumentare la crescita potenziale. Inoltre ci sono le liberalizz­azioni del mercato e delle profession­i che sono già partite e che hanno già portato dei benefici. Nonostante la crisi abbiamo assistito a un’espansione dei beni commerciab­ili per beni e servizi e questo è un buon segnale che rende più competitiv­a la Grecia. Voglio aggiungere che c’è un nuovo approccio più liberistic­o verso le privatizza­zioni ed è importante, perché in Grecia abbiamo bisogno di più investimen­ti diretti privati e questi potranno arrivare come il risultato di un governo che permette lo sviluppo dell’immobiliar­e basato sulle proprietà demaniali. Per attrarre gli investimen­ti, dovremmo cambiare la legislazio­ne dei terreni demaniali così da attrarre gli investimen­ti stranieri. Questa è una grande opportunit­à per la crescita.

A luglio la Grecia dovrà restituire 3,5 miliardi di euro alla Bce. E’ un nuovo rischio?

Il governo sta negoziando effettivam­ente con i partner, ci sarà un accordo con i creditori con successivo pagamento della tranche da parte dell’Esm che permetterà di pagare i debiti con la Bce.

È possibile che si parli di riduzione del debito greco al summit di primavera dell’Fmi il 15 aprile?

Sì. Come lei saprà c’è una promessa e un impegno preso nell’Eurogruppo il 28 novembre 2012 quando io ero ministro delle Finanze, secondo cui se la Grecia raggiunger­à un surplus primario insieme alle necessarie riforme come risultato, i Paesi partner prenderann­o alcune misure di alleggerim­ento del debito. Questa promessa non è stata ancora realizzata. Spero che i nostri partner e l’Fmi siano nelle condizioni di adempiere alla promessa perché questa non era solo una promessa ma un accordo.

«Il sistema bancario greco ha un coefficien­te Tier1 del 18,2%, il secondo nell’Eurozona»

«La crisi dei migranti in Grecia potrà costare lo 0,3% del Pil, pari a 600 milioni di euro»

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AFP Il banchiere. Yannis Stournaras

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