Bassolino riunisce i fedelissimi e va avanti: «Posso vincere, dal Pd mi aspetto onestà»
Il caso Napoli. L’ex sindaco al Teatro Augusteo: siamo tanti quanti gli iscritti al partito democratico della città
pChi si aspettava, dopo la visita lampo del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini a Napoli dell’altro giorno, che Antonio Bassolino smorzasse i toni è rimasto deluso. Chi pensava che avrebbe annunciato una sua candidatura a sindaco di Napoli con liste civiche non ha avuto ancora soddisfazione ma ci crede sempre di più. Quel che conta è che, in un sabato uggioso, in una città rassegnata ai suoi mali cronici, abbia risposto all’invito di Antonio Bassolino una grande folla di cittadini, feriti dallo scandalo delle primarie del 6 marzo.
Fedelissimi? Non solo. «Molte anime della città - osserva Bassolino nel prendere la parola sul palco del Teatro Augusteo - In questo teatro siamo tanti quanto gli iscritti al Pd di Napoli». Per l’ex sindaco è già una vittoria.
Riepiloga i fatti degli ultimi giorni, Bassolino, accenna alla sua storia politica e amministrativa, alle difficoltà degli ultimi anni condivise con pochi amici. E ancora, attacca il vertice del partito, ma rivendica una forte appartenenza al Pd di cui è stato fondatore, accenna a un vero programma di governo per Napoli. «Mi chiedete cosa intendo fare?», domanda ai cittadini presenti. «La mia risposta è sempli- ce: abbiamo vinto moralmente e politicamente e, se si dice la verità su quei seggi, anche numericamente. Ora attendo l’esito del nuovo ricorso». Dopo la bocciatura del primo, infatti, l’ex governatore ha presentato un nuovo ricorso con cui chiede nuovamente di annullare i voti dei sei seggi in cui, come testimonia il video di Fanpage, ci sono stati brogli elettorali poiché i cittadini sono stati invogliati a votare per Valeria Valente, anche offrendo loro un euro o dieci euro. Bassolino ripropone la logica del “passo dopo passo”. Ma che la sua nuova lista sia dietro l’angolo si intuisce.
L’attacco al vertice del partito è diretto e duro. «Domenica sera ho accettato il verdetto delle urne - racconta - Mi aspettavo una telefonata dai dirigenti del Pd e da Palazzo Chigi che mi ringraziasse per aver lavorato per andare oltre De Magistris. Mi aspettavo una telefonata come l’avevo attesa dopo la piena assoluzione dalle mie vicende giudiziarie. Invece niente». Ma dopo aver visto il video-denuncia, aggiunge, «non ho potuto accettare l’offesa ai cittadini che avevano votato alle primarie. Va cancellata questa vergogna». Ma per ora , si infervora, «ci hanno risposto con i codicilli. Questa non è questione di burocrazia, ma di democrazia»
E continua: «La riflessione a cui invito tutti, anche i vertici del partito, è questa: “L’Italia delle primarie non può essere l’Italia dei codicilli”. I vertici devono intervenire».
Per Bassolino il caso Napoli è questione nazionale. E il suo ritorno alla politica attiva è nazionale. Ricambia a Bersani l’attenzione ricevuta in questi giorni. «Le primarie non sono state questione di codicilli quando vi ha partecipato Renzi e Bersani, va riconosciuto, ha accettato di aprire alle primarie sebbene avrebbe potuto evitare. Ma perché le primarie si rafforzino è necessaria trasparenza». Cerca sostegno anche a Napoli. «Voglio ascoltare di nuovo la città e ascoltare se c’è ancora nel Pd e a sinistra del Pd un sussulto di verità e di onestà». E ancora una volta ribadisce: «Non sono in campo per far perdere il Pd o per perdere io. Io combatto per vincere».
Accenna a un programma di governo imperniato sulla lotta alla camorra. «Sento parlare di guerra interna e di resa dei conti – dice – ma Napoli non ne ha bisogno poiché ha la sua guerra , quella contro la camorra». E ricorda quando, da sindaco, fece liberare le case popolari del quartiere di San Giovanni dai camorristi per consegnarle ai legittimi assegnatari. «Oggi quelle case sono state nuovamente occupate» dice lanciando una stoccata a De Magistris proprio su un terreno a lui caro, quello della legalità , «se ritorno a fare il sindaco – promette – le libero di nuovo».
L’ATTACCO «L’Italia delle primarie non può essere l’Italia dei codicilli. I vertici devono intervenire. Mi attendevo una telefonata da Palazzo Chigi invece nulla»