Mattarella in Camerun e in Etiopia per i migranti
pL’immigrazione coniugata con la cooperazione e lo sviluppo in un Continente come l’Africa, punto di partenza di migliaia di profughi spinti da guerre e carestie. È il senso del viaggio di Sergio Mattarella in Etiopia e Camerun che da oggi comincia le sue tappe in due dei Paesi cruciali delle rotte africane. Quello che nel linguaggio politico semplificato si riassume nello slogan “aiutiamoli in casa loro” ma che nessun leader, soprattutto delle forze populiste, mette in pratica con proposte e piani di azione.
Dunque non solo solidarietà ma un diverso modo di affrontare un’emergenza che sta alterando gli equilibri occidentali e sta mettendo a rischio la stessa convivenza nell’Unione europea. Con un tempismo quasi perfetto Mattarella sarà in uno dei più grandi campi profughi dell’Africa, in Etiopia, ai confini con il Sud Sudan, 50mila persone, proprio a ridosso dei giorni in cui si svolgerà il Consiglio Ue così cruciale per la questione immigrazione. Un segnale di attenzione e di pieno coinvolgimento del capo dello Stato con una tematica che sin dall’inizio è stata al centro del suo mandato. Una visita anche per preparare la conferenza che si terrà a Roma in maggio su cui il Governo italiano punta molto per rafforzare i legami con l’Africa.
In Etiopia si parlerà di immigrazione e legami economici con l’Italia mentre in Camerun sarà la prima visita di un capo dello Stato in un Paese che ha la popolazione più giovane di tutto il Continente e uno scambio culturale con l’Italia intenso visto che la maggior parte degli studenti vengono da noi a completare i cicli di studio per poi tornare in patria. Ma in Camerun si parlerà molto di fondamentalismo islamico vista la minaccia, molto vicina geograficamente, di Boko Haram e il rischio che questa enclave possa saldarsi con quella dell’Isis. Una settimana intensa per il capo dello Stato che ha voluto fortemente questa visita per dare una continuità, nei fatti, al suo impegno sul fronte dell’immigrazione e della lotta al terrorismo. Ad accompagnarlo il ministro dell’Istruzione Giannini, che inaugurerà una scuola in Etiopia, e il sottosegretario alla cooperazione Mario Giro.