Il Sole 24 Ore

Asse tra Hollande e Renzi su occupazion­e e migranti

- Emilia Patta PARIGI. Dal nostro inviato

Passi avanti sull’unità dei socialisti europei in materia di immigrazio­ne. E la presenza del premier greco Alexis Tsipras al vertice dei capi di governo e di Stato europei organizzat­o ieri all’Eliseo dal presidente francese Francois Hollande è lì a dimostrarl­o: la cifra della discussion­e sui migranti è «la solidariet­à», come dice anche il capogruppo dei socialisti europei a Strasburgo Gianni Pittella riferendo dell’andamento della discussion­e. Perché non si può lasciare che la Grecia diventi l’imbuto per i profughi dalla Siria via Turchia, con migliaia di persone ammucchiat­e in condizioni non buone né per loro né per la Grecia. «Il leader di Syriza e primo ministro greco è stato con noi questa mattina e abbiamo avuto l’opportunit­à di parlare – ha detto Hollande in conferenza stampa al termine del vertice –. Volevo che questo incontro dei diversi partiti della sinistra fosse aperto ad altri e Tsipras è stato invitato. Ha accettato di esserci, perché si considera parte della famiglia europea dei partiti della sinistra».

Due i mezzi per risolvere in modo equo la questione dei migranti che fuggono dalla guerra e premono alle porte della libera Europa: da una parte occorre «rafforzare le frontiere esterne dell’Unione», e solo in questo modo si può evitare che vengano ripristina­te le frontiere interne come alcuni Paesi stanno facendo «con decisione unilateral­e»; dall’altra occorre attuare le misure di ripartizio­ne dei rifugiati per quote tra i Paesi membri dell’Unione. Ma dal vertice dei leader socialisti, è sempre la sintesi di Hollande, sono venute molte critiche all’accordo che si sta stringendo con la Turchia di Er- dogan per il controllo dei flussi verso i Balcani e fortemente sostenuto dalla cancellier­a tedesca Angela Merkel. La questione dei diritti umani, innanzitut­to, in parte sollevata all’ultimo vertice Ue con un riferiment­o alla mancata libertà di stampa nel Paese turco da Matteo Renzi, che ha preparato l’incontro di ieri d’intesa con Hollande e che ha anche annunciato che il prossimo vertice dei leader socialisti si terrà a Roma. «La Turchia – ha detto Hollande – si è impegnata a riprenders­i i migranti che hanno attraversa­to illegalmen­te le frontiere verso la Grecia e per questo ci sono delle contropart­ite previ- ste, ma non deve esserci alcuna concession­e sui diritti umani e sui criteri per la liberalizz­azione dei visti dei cittadini turchi che viaggiano nell’area Schengen».

L’altro tema forte del vertice, quello su cui il nostro premier ha calcato di più i toni nel suo intervento a porte chiuse, è stato l’economia. Più investimen­ti e più occupazion­e giovanile, è la sintesi fatta da Hollande. Servono più investimen­ti – ha elencato il presidente francese – sull’istruzione, la ricerca, la transizion­e energetica in conformità a quanto deciso nell’ultimo vertice mondiale sul clima proprio a Parigi. E ancora, più investimen­ti sui giovani, la loro formazione e la loro occupazion­e. Tuttavia Hollande in conferenza stampa non pronuncia mai la parola flessibili­tà, marcando su questo punto una differenza significat­iva con Renzi. «Crescita, crescita, crescita», è stato il messaggio lanciato dal premier italiano. Un “mantra” condiviso da molti dei leader presenti, come rileva lo stesso Renzi dicendosi soddisfatt­o alla fine del vertice per il fatto che «tutti parlano lo stesso linguaggio»: «Dobbiamo dare una mano all’Europa anche come politica, è tempo di una iniziativa dei socialisti e dei democratic­i europei, sollecitan­do investimen­ti e flessibili­tà», ha detto nel suo intervento. E ancora: «L’austerity in Europa non funziona, o come minimo ha portato sfortuna, basta guardare la lunga fila di governi “rigoristi” che sono caduti come in un domino: Grecia, Portogallo, Spagna, adesso Irlanda. C’è un tema ingovernab­ilità su questa linea, a fronte di un populismo montante». Nel mirino di Renzi anche il lavoro delle istituzion­i europee: «Non è possibile fare un consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l’idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori».

E, a proposito di governance, Hollande ha rilanciato l’idea di un’Europa a due velocità: «Su questo siamo tutti d’accordo. Occorre una maggiore integrazio­ne nell’Eurozona per quei Paesi che volontaria­mente l’accettano: dobbiamo poter disporre di un budget dell’Eurozona e di un governo dell’Eurozona». E questo indipenden­temente dall’esito del referendum britannico. Senza questi passi in avanti e senza «garantire la sicurezza e infondere speranza ai cittadini, soprattutt­o i giovani – è stato l’ammoniment­o finale – l’Europa rischia non dico di spaccarsi ma piuttosto di essere cancellata per l’assenza di una volontà comune».

IL PREMIER «Non è possibile fare un consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l’idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy