Asse tra Hollande e Renzi su occupazione e migranti
Passi avanti sull’unità dei socialisti europei in materia di immigrazione. E la presenza del premier greco Alexis Tsipras al vertice dei capi di governo e di Stato europei organizzato ieri all’Eliseo dal presidente francese Francois Hollande è lì a dimostrarlo: la cifra della discussione sui migranti è «la solidarietà», come dice anche il capogruppo dei socialisti europei a Strasburgo Gianni Pittella riferendo dell’andamento della discussione. Perché non si può lasciare che la Grecia diventi l’imbuto per i profughi dalla Siria via Turchia, con migliaia di persone ammucchiate in condizioni non buone né per loro né per la Grecia. «Il leader di Syriza e primo ministro greco è stato con noi questa mattina e abbiamo avuto l’opportunità di parlare – ha detto Hollande in conferenza stampa al termine del vertice –. Volevo che questo incontro dei diversi partiti della sinistra fosse aperto ad altri e Tsipras è stato invitato. Ha accettato di esserci, perché si considera parte della famiglia europea dei partiti della sinistra».
Due i mezzi per risolvere in modo equo la questione dei migranti che fuggono dalla guerra e premono alle porte della libera Europa: da una parte occorre «rafforzare le frontiere esterne dell’Unione», e solo in questo modo si può evitare che vengano ripristinate le frontiere interne come alcuni Paesi stanno facendo «con decisione unilaterale»; dall’altra occorre attuare le misure di ripartizione dei rifugiati per quote tra i Paesi membri dell’Unione. Ma dal vertice dei leader socialisti, è sempre la sintesi di Hollande, sono venute molte critiche all’accordo che si sta stringendo con la Turchia di Er- dogan per il controllo dei flussi verso i Balcani e fortemente sostenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. La questione dei diritti umani, innanzitutto, in parte sollevata all’ultimo vertice Ue con un riferimento alla mancata libertà di stampa nel Paese turco da Matteo Renzi, che ha preparato l’incontro di ieri d’intesa con Hollande e che ha anche annunciato che il prossimo vertice dei leader socialisti si terrà a Roma. «La Turchia – ha detto Hollande – si è impegnata a riprendersi i migranti che hanno attraversato illegalmente le frontiere verso la Grecia e per questo ci sono delle contropartite previ- ste, ma non deve esserci alcuna concessione sui diritti umani e sui criteri per la liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi che viaggiano nell’area Schengen».
L’altro tema forte del vertice, quello su cui il nostro premier ha calcato di più i toni nel suo intervento a porte chiuse, è stato l’economia. Più investimenti e più occupazione giovanile, è la sintesi fatta da Hollande. Servono più investimenti – ha elencato il presidente francese – sull’istruzione, la ricerca, la transizione energetica in conformità a quanto deciso nell’ultimo vertice mondiale sul clima proprio a Parigi. E ancora, più investimenti sui giovani, la loro formazione e la loro occupazione. Tuttavia Hollande in conferenza stampa non pronuncia mai la parola flessibilità, marcando su questo punto una differenza significativa con Renzi. «Crescita, crescita, crescita», è stato il messaggio lanciato dal premier italiano. Un “mantra” condiviso da molti dei leader presenti, come rileva lo stesso Renzi dicendosi soddisfatto alla fine del vertice per il fatto che «tutti parlano lo stesso linguaggio»: «Dobbiamo dare una mano all’Europa anche come politica, è tempo di una iniziativa dei socialisti e dei democratici europei, sollecitando investimenti e flessibilità», ha detto nel suo intervento. E ancora: «L’austerity in Europa non funziona, o come minimo ha portato sfortuna, basta guardare la lunga fila di governi “rigoristi” che sono caduti come in un domino: Grecia, Portogallo, Spagna, adesso Irlanda. C’è un tema ingovernabilità su questa linea, a fronte di un populismo montante». Nel mirino di Renzi anche il lavoro delle istituzioni europee: «Non è possibile fare un consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l’idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori».
E, a proposito di governance, Hollande ha rilanciato l’idea di un’Europa a due velocità: «Su questo siamo tutti d’accordo. Occorre una maggiore integrazione nell’Eurozona per quei Paesi che volontariamente l’accettano: dobbiamo poter disporre di un budget dell’Eurozona e di un governo dell’Eurozona». E questo indipendentemente dall’esito del referendum britannico. Senza questi passi in avanti e senza «garantire la sicurezza e infondere speranza ai cittadini, soprattutto i giovani – è stato l’ammonimento finale – l’Europa rischia non dico di spaccarsi ma piuttosto di essere cancellata per l’assenza di una volontà comune».
IL PREMIER «Non è possibile fare un consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l’idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori»