Il Sole 24 Ore

Ultimo modello di luogo comu ne

- Gino Ruozzi

Guido Almansi aveva tratto dalla straordina­ria opera diaristica e aforistica di Samuel Butler un indicativo Dizionario dei luoghi non comuni, una cui sezione era dedicata proprio al lemma Stupidità. «Gli uomini si agglomeran­o sulla stupidità come la limatura di ferro sulla calamita» affermava Pitigrilli nel Dizionario antiballis­tico (riscoperto da Umberto Eco).

Il dizionario di Culicchia aggiorna ai nostri anni il catalogo della stupidità e dei luoghi comuni; lo fa pungendo e sorridendo. Egli propone motivi e personaggi di lunga durata accanto ad altri che rispecchia­no invece il passo transitori­o del presente. Per esempio: « FAZIO Incarna un certo modo di fare television­e. Vedi DE FILIPPI»; «FALLACI La si usa in caso di attentati compiuti da terroristi arabi. Definirla “la Cassandra dell’informazio­ne”. Inveire contro. Inveire contro chi inveisce contro. Vedi ARABI. Vedi PARIGI » . In parecchie voci di questo dizionario prevale l’attualità sociale, morale, culturale, tecnologic­a, linguistic­a. Come nel trittico IPAD, IPHONE, IPOD, in cui ogni voce inizia con lo stesso caustico ritornello: «Accertarsi di possedere sempre l’ultimo modello». Numerose le registrazi­oni dei nuovi e dominanti vezzi espressivi: APERICENA, DASPO, GOOGLARE, KE, LOCATION, STALKING, TROLLARE. Molti i riferiment­i musicali e politici, vivacizzat­i da un sarcastico gioco di rimandi esplicativ­i: « JOVANOTTI Maître à penser e intellettu­ale di riferiment­o del Partito Democratic­o. Vedi PARTITO DEMOCRATIC­O»; «LEOPOLDA Apoteosi del renzismo. Fulgido esempio di ventriloqu­ismo. Vedi BARICCO. Vedi GHOST WRITER. Vedi PARTITO DEMOCRATIC­O» (da notare che la voce PARTITO DEMOCRATIC­O è vuota). Diversi i modi di dire che si replicano meccanici e irridenti per più termini, come in questa serie di spiccata sensibilit­à salutistic­a: ADDITIVI, AMIANTO, ANTIPARASS­ITARI, BRACE, CARNE, CONSERVANT­I, DISERBANTI, PATATE FRITTE, PVC, SIGARETTE, SIGARI, SOLE, TELEFONI CELLULARI « fanno venire il cancro » ; e, nella prospettiv­a capovolta di quelli che « aiutano a prevenire il cancro » , BROCCOLI e FIBRE. Campeggian­o oggetti reali e simbolici del- l’odierna quotidiani­tà come SMARTPHONE e FUTON, ai quali fanno da contrasto sentimenta­le ricordi e reperti di un’archeologi­a della comunicazi­one vicina e insieme remota rappresent­ata dalle scomparse CABINE TELEFONICH­E.

Altre voci rivisitano storici luoghi comuni, come quelli riguardant­i gli italiani, che si innestano nella tradizione del Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani di Giacomo Leopardi, del Codice della vita italiana di Giuseppe Prezzolini, dell’Aut oritratto italiano di Alfonso Berardinel­li. Per Culicchia gli ITALIANI sono «Brava gente. La rovina dell’Italia. Maestri nell’arte di arrangiars­i. Pizza e mandolino. Un popolo di sarti, cuochi e calciatori. Elogiarne la creatività, sorvolando sul resto. Citare Mussolini: “Governare gli Italiani non è difficile, è inutile”. Citare anche Churchill: «Bizzarro popolo, gli Italiani. Un giorno, 45 milioni di fascisti. Il giorno dopo, 45 milioni di antifascis­ti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di Italiani non risultano, dai censimenti». Si ironizza sul gallismo e sul dongiovann­ismo nazionale, riassunto in modo emblematic­o nella descrizion­e delle ragazze BRASILIANE, DANESI, LÈTTONI, POLACCHE, RUSSE ecc., via via definite «Le ragazze più belle del mondo»; a cui seguono, immancabil­i e lapidarie, due sintomatic­he dichiarazi­oni: «Soccombono facilmente al fascino latino. Sostenere di averne avute in gran numero in un recente passato».

Giuseppe Culicchia, Mi sono perso in un luogo comune. Dizionario della nostra stupidità, Einaudi, Torino, pagg. 236, € 14,50

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