Il Sole 24 Ore

L’utopia per andare avanti C

- di Franco Avicolli

he cos’è l’Uruguay nell’immaginari­o di un europeo? Con Il Paese dell’utopia. Viaggio nell’Uruguay di Pepe Mujica, Leonardo Martinelli sostiene che la Provincia Orientale dell’Uruguay, come recita la dizione ufficiale, «è anche una spiaggia», un luogo dove l’esistenza è «lenta e ragionata». Il libro è leggero, ma vola sui topoi giusti dell’Uruguay, che sono vicende di vita che escono dalle consuetudi­ni e sono eccezional­i in un disegno che ha il profilo del piccolo inteso come misura della felicità. Ciò all’ombra rassicuran­te di Pepe Mujica, già presidente del Paese, che c’è anche quando non è protagonis­ta delle vicende che l’autore racconta, perché egli è la rivelazion­e, la visibilità di un’utopia storica che pare caratteriz­zare la repubblica sudamerica­na.

Per dare pregnanza all’utopia di Mujica, Martinelli avrebbe potuto proporlo in contra- sto con chi l’ha preceduto in un Paese dove non sono mancati colpi di stato e dittature. Ma egli voleva proprio mettere in risalto che il suo atteggiame­nto ha terreno fertile in Uruguay, è un fenomeno nazionale testimonia­to da personaggi e vicende.

«Credo nelle utopie e nei sogni», dice Lucìa Topolansky, moglie di Mujica e come lui già membro dei tupamaros, gruppo militarizz­ato che operò in Uruguay negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, senza credere nella violenza, ma dovendola poi praticare, suo malgrado, secondo l’opinione di Martinelli.

Gli eventi hanno i loro riferiment­i personali e così Daniel Vidart e la sua compagna Alicia Castilla personific­ano la battaglia per la legalizzaz­ione della cannabis e la loro lotta appare come un atto d’amore che nasce dal principio che non bisogna «perseguire un atto privato quando questo non ha effetti negativi sugli altri». Ed è il sogno di qualcuno fatto di carne e di ossa che insegue l’utopia possibile, come in questo caso uruguayana­mente definito “regolarizz­azione” della marijuana.

In Uruguay c’è addirittur­a un padre dell’utopia e si chiama José Battle y Ordoñez, presidente dal 1903 al 1907 e poi dal 1911 al 1915. La sua utopia fondamenta­le, essendo lui ricco, era che i «ricchi dovevano essere meno ricchi e i poveri meno poveri». Con tale visione, avviò la formazione di un ceto medio, introdusse il divorzio (1907), la giornata lavorativa di 48 ore e la pensione oltre i 65 anni. Il suo braccio destro si chiamava Domingo Arena che veniva dalla Calabria e arrivò in Uruguay quando aveva sette anni.

In Uruguay arrivò nel 1908 anche Giovanni Veltroni, un architetto pieno di idee e speranze che svolse la sua attività a Salto, la seconda città dell’Uruguay «colorada, anticleric­ale, massone e garibaldin­a». Qui Garibaldi sostenne la battaglia di San Antonio, l’8 febbraio 1846 e grazie a quella vittoria impensabil­e, Salto divenne il luogo fondante di un’identità in formazione.

Nei pressi, qualche decennio prima era passato José Gervasio Artigas, il padre della patria che affermava che «la pubblica felicità» era l’obiettivo comune cui aspirare.

Martinelli conduce il lettore alla Colonia Valdense e nella forma dei suoi sogni e poi a Piriapolis, una cittadina di circa 9mila abitanti inventata da Rodolfo Piria i cui genitori venivano dalla Liguria. Alla fine del 1934 costruì l’Argentino Hotel con una grande idea di futuro, che ha lasciato nei «magazzini dell’albergo... tante confezioni mai aperte...perché l’idea folle dell’imprendito­re era avere il ricambio di ogni fornitura per almeno cento anni».

Ed ecco, infine, Cabo Polonio noto come il Cabo dell’utopia dove si riuniscono le storie di Joselo Calimaris, Pancho Blanco, Bea «artigiana della vita», che cercano una vita meno complicata, e di Leonardo Da Costa, il guardiano del faro.

Le conclusion­i Martinelli le affida a Galeano, che si domanda a che cosa possa mai servire l’utopia. La risposta sta appunto in quel senso di visione dell’irraggiung­ibile che stimola l’andare: «Serve proprio a questo: a camminare», scrive, che pare legittimar­e la proposta di questo viaggio uruguayano.

Leonardo Martinelli, Il Paese dell’utopia. Viaggio nell’Uruguay di Pepe Mujica, Laterza, Roma-Bari, pagg. 210, € 13

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