Il Sole 24 Ore

Viaggio tra sette dimore

- – Laura Leonelli

Attira come un faro nella notte la tenda di velluto rosso che alla fine di un corridoio indica la via per uscire dal buio di stanze chiuse, e prima di conquistar­e la luce impone agli occhi il colore del sangue, della nascita, dell’amore e della guerra. Inizia così, con una carrellata, Ultimo Domicilio, il nuovo libro di Lorenzo Castore, a cura di Laura Serani, autentico viaggio di riflession­e fotografic­a e inquietudi­ne cinematogr­afica, tanto gli spazi si fondono, attraverso sette dimore dall’Europa all’America. Sette indirizzi, ultimi nel senso di estremi e totali perché in grado di contenere tra quelle mura e gli oggetti che vi abitano – gli uomini sono fantasmi – il senso di un’intera vita. E che questo volume sia una sorta di atlante domestico per ritrovarsi e prepararsi ad affrontare le intemperie fuori dall’uscio, lo conferma il verde scuro della copertina, verde severo d’altri tempi, verde di velluto, di mare e di bosco.

Al mare di Finale Ligure appartiene il palazzo della famiglia de Raymondi, aristocraz­ia militare dal XVI secolo, in simbiosi con la storia d’Italia, e dall’ombra di saloni e cantine emergono l’autografo di Carlo Alberto, re di Sardegna, ospite nel 1836 di queste stanze, una statua di Garibaldi, il profilo di Mussolini sulla copertina di un giornale, un modellino di veliero, una maschera funeraria, un pettirosso impagliato. I libri, sdraiati come in uno scavo archeologi­co, accompagna­no lo stratifica­rsi delle esistenze, dal Don Quijote al Nuovo Codice di Procedura Criminale, a Toi et moi di Paul Géraldy.

Anche Giacomo e Maria Castore, nonni dell’autore, sono i protagonis­ti di lunga storia italiana nella loro casa di Firenze, in via Masaccio, e le fotografie di famiglia sorprendon­o la regalità di una coppia, toi et moi per oltre cinquant’anni. Ma al sopraggiun­gere della morte tutto svanisce, inizia il trasloco e dai muri, come da un corpo che velocement­e si spegne e non ricorda più, scompaiono i quadri. Al l oro posto, un rettangolo chiaro sulle pareti, quasi un foglio di carta fotografic­a prima di svelare il suo segreto nello sviluppo.

Sembra infatti che alcune case – sconvolte dalla violenza a Sarajevo, “in esilio” a Brooklyn, nel calore accecante di una finestra in contro luce a Fontenay Mauvosin, di passaggio a Cracovia – siano esse stesse macchine fotografic­he o cineprese, nate per trasformar­e in immagine corpi e sentimenti.

A queste dimore appartiene sicurament­e la casa della famiglia Bertolucci, da Bernardo, padre di Attilio, a Bernardo e Giuseppe, figli di Attilio e Ninetta. Una porta di legno, dalle venature antichissi­me più forti di ogni geometria, invita a riprendere fiato dopo la lunga passeggiat­a nei boschi di Casarola, sull’Appennino parmense. Oltre la soglia « uno stupore prende le cose», scriveva Attilio Bertolucci, e la luce che irrompe riporta in vita la pietra del pavimento, l’intonaco dei muri, i vimini dei cesti, il castagno del tavolo e delle sedie.

Casa di poeta perché è la poesia – leggera come l’acquerello steso da Eugenia Lecca sui dettagli delle fotografie – che salva «dai gorghi bui del sonno». Casa di regista perché il cinema di Bernardo Bertolucci è già qui, in un primo 16mm a sedici anni, irrequieto tra le rocce di un ruscello, il fumo dei comignoli, una bambina con le scarpe bianche della festa, un contadino che si asciuga il sudore, un’auto che spunta da una curva. Il cinema dell’ auto redi UltimoTang­o e L’ ultimo imperatore nasce in movimento, sontuoso.

E alla memoria di Casarola e della sua famosa camera da letto forse appartiene anche l’immagine di Adriana Asti, bellissima in Prima della rivoluzion­e, seduta su un letto grande, antico, un letto da genitori. Intorno a lei si stende una corona di fotografie, come un gioco di tarocchi. Nel cuore della casa-cinepresa il passato illumina il futuro e dopo aver girato l’ultima carta e l’ultima scena si esce al mondo, «le mani in tasca, gli occhi sull’universo».

Lorenzo Castore. Ultimo Domicilio, L’Artiere Edizioni, Bentivogli­o ( Bologna), pagg. 106, € 45

L’occhio di Lorenzo Castore dentro case d’Europa e d’America gremite di vita e di storia. Come quella dei Bertolucci nel Parmense

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