Il Sole 24 Ore

Croce e delizia a Holly wood

- di Roberto Escobar

Darsi a una profession­e onesta, o continuare a lavorare per Hollywood? Deve scegliere, l’Eddie Mannix ( Josh Brolin) di Ave, Cesare! ( Hail, Caesar!, Usa e Gran Bretagna, 2016, 106’). Per il momento – siamo negli anni 50 del secolo scorso – risolve i problemi di una grande casa di produzione. In gergo, è un fixer, un aggiustato­re. In sostanza, sbroglia situazioni imbarazzan­ti: attricette che posano per foto porno, divi inclini all’alcol, dive gravide per quanto nubili... I suoi metodi sono spicci, e per questo efficaci. Non è solo disonesta, la sua profession­e, è anche faticosa. Non passa ora del giorno o della notte senza che qualcuno dei suoi protetti non combini un guaio. È il caso di cambiar vita? L’occasione ci sarebbe. Una compagnia aerea cerca uomini come lui. Non gli toccherebb­e più di correre per Los Angeles e dintorni, inseguendo i capricci di star irresponsa­bili e stupide. Se ne starebbe comodo nella sua poltrona, a vigilare sul buon nome di un’onesta intrapresa commercial­e. La quale intrapresa si sta organizzan­do per trasportar­e attraverso il pacifico, giusto fin sopra l’atollo di Bikini, decine di onestissim­e Bombe ( con la maiuscola, per dirla in sintonia con il dottor Stranamore di Stanley Kubrick).

Come già in Barton Fink (1991), ma ora in forma di comme-dia, Ethan e Joel Coen mettono in scena la fabbrica del cinema nella sua versione classica hollywoodi­ana. Da questa fabbrica al pubblico arriva il prodotto finito: i film, e insieme con i film – prima ancora dei singoli film – l’immaginari­o diffuso che induce il pubblico a prenderne per buoni i sogni. Tutto il ciclo produttivo, se si vuole tutta la catena di montaggio si regge su questa nostra felice disponibil­ità a essere ingannati. Il primo inganno sta nel racconto di storie palesement­e false, eppure accolte da chi sta in platea come se fossero vere. Senza questo “come se” non ci sarebbe il cinema. C’è poi un altro inganno, anch’esso un racconto: che i volti e i corpi proiettati sullo schermo appartenga­no a dee e dèi, ben alti nella luce di un Olimpo che rischiara le nostre vite.

Eddie si prende cura di questo Olimpo – e della effimera credibilit­à dei suoi abitanti –, passando di divo in divo, di set in set. E i Coen ne approfitta­no per girare come si faceva negli anni 50, reinventan­do melodrammi, western, musical, peplum. Di un peplum in versione evangelica è protagonis­ta Baird Whitlock ( George Clooney). Whitlock è un romano pagano e perfido che, come da contratto, finisce per convertirs­i sotto la croce del Messia. Il tutto avviene con il beneplacit­o di quattro teologi – un ebreo, un cattolico, un ortodosso e un islamico –, che la produzione consulta per non aver sorprese al botteghino.

Questo è talvolta, o spesso, il cinema: una macchina dei so- gni attenta a non sbattere contro gli spigoli della realtà. Ma è anche una macchina in cui si muovono idee, addirittur­a ideali. In Ave, Cesare! a questo provvede un gruppo di sceneggiat­ori “marxisti” – loro maestro è Herbert Marcuse ( John Bluthal) –, tanto certi d’esser dalla parte della Storia, da decidere di farla trionfare anche a Hollywood con un sequestro di persona. Se non fosse che Eddie...

Raccontano, i fratelli Coen, raccontano come solo il grande cinema sa fare. Nel racconto gettano sarcasmo a piene mani, com’è loro abitudine. Ma lo amano, il disonestis­simo mondo che raccontano. Per loro come per Eddie, l’alternativ­a sarebbe darsi a un altro mestiere, meno disonesto ma più banale. Ammesso che portare Bombe sopra Bikini lo sia.

P. S. Alla fine di Ave, Cesare! , Whitlock si impegna nel pi- stolotto che chiude il suo film sulla Passione. Lo si direbbe emozionato, come se credesse a quel che dice, o almeno lo capisse. Ma basta una sua esitazione, una stolidissi­ma esitazione, per far crollare ogni entusiasmo. Il gioco è smascherat­o. Si tratta di illusione, di finzione, di racconto. Whitlock è troppo stupido per sapere di che cosa stia parlando. La sua fortuna, come quella degli spettatori, è che in platea nessuno se ne accorgerà. %%%% %

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PHOTOMOVIE« ave cesare! » di joel e ethan coen |Channing Tatum è Burt Gurney

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