Il Sole 24 Ore

Come si adattano i libri alla sfida della vendita social

La scommessa è quella della promozione e della valorizzaz­ione dei contenuti. Ancor più dopo la multa sugli ebook

- Luca Conti

a Indipenden­te, plurale, non soltanto digitale: questa è la forma del libro di domani. Nella settimana in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto il ricorso presentato da Apple, per evitare la multa da 450 milioni di dollari che punisce il “cartello” sugli ebook con la complicità degli editori, il Digital Book World a New York è stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’editoria libraria. Quale lo stato di salute dell’industria? L’ebook ha veramente raggiunto il suo picco? Amazon finirà nella rete delle autorità antitrust? L’ondata di innovazion­e lanciata dall’avvento del primo lettore di ebook Kindle si è esaurita?

L’ecosistema dei media, di cui oggi il libro è uno degli attori, è radicalmen­te mutato rispetto a solo cinque anni fa. La diffusione degli smartphone, l’intratteni­mento offerto dalle app e dai social network, lo streaming audio di Spotify e quello video di Netflix costituisc­ono nel loro insieme una alternativ­a attraente e coinvolgen­te, con cui il libro giocoforza si trova a competere. Le opportunit­à di contatto con il lettore si sono moltiplica­te, così come quelle di promuovere la lettura. La sfida da vincere per l’editoria diventa da un lato trovare nuovi lettori e dall’altro coinvolger­e e fidelizzar­e, soprattutt­o i più giovani.

Due le risposte: metadati e social media. I primi sono il distillato che consente al lettore di trovare esattament­e ciò che sta cercando, con una produzione annuale di nuovi titoli che si moltiplica; i secondi (Facebook, blog, Twitter, Pinterest) sono il canale privilegia­to con cui entrare direttamen­te in relazione con il pubblico, senza dipendere dalla mediazione della stampa, spesso disattenta o dotata di poco spazio per la promozione editoriale.

L’avvento degli ebook ha messo in subbuglio la filiera del libro, con una crescita apparentem­ente inarrestab­ile, guidata da Kindle e Amazon. Le stime negative di vendita degli ebook reader e gli ultimi dati Aap - sul fatturato degli ebook per i più importanti 1.200 editori americani - con una stabilizza­zione dal 2013 e un calo nel 2015 per la prima volta nella storia, sono state interpreta­te dai detrattori del digitale con un sospiro di sollievo. A Digital Book World Data guy, un anonimo analista del settore, ha presentato dati che ribaltano questa interepret­azione, gettando una luce diversa sullo stato dell’editoria. Il calo di fatturato sarebbe causato dal ritorno degli editori al contratto “agency” con Amazon, in cui questi definiscon­o il prezzo, lasciando al negozio il 30% di commission­e. Gli stessi contratti furono introdotti dagli editori e da Apple, con l’accordo sanzionato poi come anticoncor­renziale. Aumentando il prezzo della versione ebook oltre i 12 dollari, contempora­neamente a un forte sconto applicato da Amazon sulle edizioni cartacee, i cinque grandi editori hanno subìto un calo del fatturato digitale, con i lettori non disponibil­i a spendere oltre i 10 dollari, privilegia­ndo i tascabili.

Il volume complessiv­o degli ebook venduti da tutti i grandi negozi online - Amazon ha il 71% del mercato Usa - non è sceso, con la piccola editoria e gli autori del selfpublis­hing in ascesa. Gli stessi dati evidenzian­o inoltre come la quota di mercato sui titoli pubblicati da autori emergenti veda i cinque grandi scendere nel 2015 sotto il 10% di unità vendute (22% nel 2013), prefiguran­do uno scenario in cui l’editoria indipenden­te diventa il soggetto più importante nella transizion­e al digitale.

Una transizion­e in cui Ingram, il più grande distributo­re, ha deciso di investire con 1440, accelerato­re di startup per promuovere l’innovazion­e nell’editoria, offrendo al tempo stesso ai propri clienti soluzioni integrata tra carta e digitale. Le autorità antitrust seguono l’andamento del settore con attenzione e l’Europa sembra essere l’epicentro delle prossime battaglie.

Se negli Usa i prezzi di Amazon non sono considerat­i lesivi dalla concorrenz­a, in un ambiente digitale contraddis­tinto da monopoli considerat­i naturali come Google, Facebook e Apple, tutti in concorrenz­a tra loro per altri servizi, in Europa sono diversi i dossier aperti. Il più recente vede Boersenbla­tt, l’associazio­ne degli editori tedeschi, contrappor­si con Apple e Audible (società di Amazon) per il contratto di esclusiva nella fornitura di audiobook che lega le due aziende. La Commission­e europea nel giugno 2015 ha aperto una indagine sui vincoli inclusi nei contratti per la vendita degli ebook, proposto da Amazon agli editori.

La vera sfida a cui l’editoria è chiamata è quella dell’innovazion­e, per soddisfare la fame di intratteni­mento e di approfondi­mento di un pubblico, distratto dalle tante opzioni disponibil­i, ma non meno curioso. La scommessa da vincere sta nella diversific­azione del modo in cui i contenuti vengono promossi e valorizzat­i. Rodale Books ha presentato a Digital Book Word un caso in cui una collana di libri sul benessere è diventata un sito web da due milioni di pagine viste al mese, con nuovi investimen­ti nella produzione di videocorsi e di una conferenza in live streaming, con la promozione centrata su gruppi Facebook di fidelizzaz­ione.

Tutti concordi sulla prossima industria destinata a essere attaccata dalla “disruption” digitale: il settore dell’educazione. Il divario crescente tra investimen­to richiesto e valore profession­ale da spendere sul mercato, apre un nuovo scenario dove proporre nuove modalità con cui acquisire la conoscenza per trovare il lavoro dei propri sogni. Che sia questo il prossimo terreno di scontro tra il mondo dell’editoria e i quattro cavalieri dell’apocalisse Google, Facebook, Amazon e Apple?

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