Il Sole 24 Ore

Partito del «non voto» decisivo nel referendum previsto in autunno

- Gianluigi De Marchi

Dopo aver per settimane manipolato l’informazio­ne sul referendum (parlando di “stop alle trivelle”, già bloccate da tempo…) i profession­isti della sconfitta manipolano i risultati della consultazi­one proclamand­osi vincitori. «Hanno votato più persone per il quesito che per il PD alle europee», «Non possiamo trascurare 15 milioni di italiani», «Abbiamo superato ogni più ottimistic­a previsione» e via con commenti autorefere­nziali per mascherare la verità di una cocente sconfitta che spazza via i tanti nanetti della politica abbracciat­isi per sopravvive­re. Vincere significa raggiunger­e un risultato: ed i promotori del Sì non l’hanno raggiunto, punto e basta...

Il suo mi pare un giudizio un po’ troppo sbrigativo, caro De Marchi. Provo a spiegarmi. Tirando le somme, che il fronte del Sì abbia perso la partita, e che nessuno si sia dichiarato, come al solito, perdente, non c’è dubbio alcuno. E che su questo carro siano saliti in tanti (un fronte che più curioso e composito non si può) nella speranza – visto che il premier Matteo Renzi si era schierato apertament­e per il “non voto”- di raggiunger­e l’agognato quorum referendar­io in modo da assestare un colpo politico al presidente del Consiglio e al suo governo, è altrettant­o un dato. Noto però che il referendum sulle trivelle (nel merito, diciamo la verità, il confronto è stato molto povero) è servito più che altro co-

me colpo d’assaggio in vista dell’appuntamen­to dell’anno: il referendum d’autunno, che non prevede quorum, sulla riforma costituzio­nale Boschi. In questo senso, la sconfitta del Sì non può a mio giudizio essere archiviata con un “punto e basta”, per stare alla sua conclusion­e. La mobilitazi­one – passando per le elezioni comunali di giugno, altro test importante- sarà massima, sia da parte del Sì (questa volta pro-Renzi), sia da parte del No (contro Renzi).

Nel 2006, contro la riforma costituzio­nale messa in cantiere dal Governo Berlusconi, i “no” prevalsero sui “sì” ed allora andarono a votare circa 30 milioni di elettori. Nel 2016 saranno probabilme­nte di meno, ma è proprio tra le fila del partito del “non voto” che i sì ed i no dovranno andare a pescare i consensi forse decisivi. Sarà comunque una grande battaglia, alla fine pro o contro Renzi. I giochi sono appena iniziati.

@guidogenti­li1

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