Partito del «non voto» decisivo nel referendum previsto in autunno
Dopo aver per settimane manipolato l’informazione sul referendum (parlando di “stop alle trivelle”, già bloccate da tempo…) i professionisti della sconfitta manipolano i risultati della consultazione proclamandosi vincitori. «Hanno votato più persone per il quesito che per il PD alle europee», «Non possiamo trascurare 15 milioni di italiani», «Abbiamo superato ogni più ottimistica previsione» e via con commenti autoreferenziali per mascherare la verità di una cocente sconfitta che spazza via i tanti nanetti della politica abbracciatisi per sopravvivere. Vincere significa raggiungere un risultato: ed i promotori del Sì non l’hanno raggiunto, punto e basta...
Il suo mi pare un giudizio un po’ troppo sbrigativo, caro De Marchi. Provo a spiegarmi. Tirando le somme, che il fronte del Sì abbia perso la partita, e che nessuno si sia dichiarato, come al solito, perdente, non c’è dubbio alcuno. E che su questo carro siano saliti in tanti (un fronte che più curioso e composito non si può) nella speranza – visto che il premier Matteo Renzi si era schierato apertamente per il “non voto”- di raggiungere l’agognato quorum referendario in modo da assestare un colpo politico al presidente del Consiglio e al suo governo, è altrettanto un dato. Noto però che il referendum sulle trivelle (nel merito, diciamo la verità, il confronto è stato molto povero) è servito più che altro co-
me colpo d’assaggio in vista dell’appuntamento dell’anno: il referendum d’autunno, che non prevede quorum, sulla riforma costituzionale Boschi. In questo senso, la sconfitta del Sì non può a mio giudizio essere archiviata con un “punto e basta”, per stare alla sua conclusione. La mobilitazione – passando per le elezioni comunali di giugno, altro test importante- sarà massima, sia da parte del Sì (questa volta pro-Renzi), sia da parte del No (contro Renzi).
Nel 2006, contro la riforma costituzionale messa in cantiere dal Governo Berlusconi, i “no” prevalsero sui “sì” ed allora andarono a votare circa 30 milioni di elettori. Nel 2016 saranno probabilmente di meno, ma è proprio tra le fila del partito del “non voto” che i sì ed i no dovranno andare a pescare i consensi forse decisivi. Sarà comunque una grande battaglia, alla fine pro o contro Renzi. I giochi sono appena iniziati.
@guidogentili1