Volkswagen, nuova bufera sull’ex ceo Winterkorn: è sotto indagine
L’ex numero uno avrebbe dovuto informare gli investitor i sui potenziali danni finanziar i
La replica: dall’indagine non sono emersi fatti nuovi
Si aggravano i guai giudiziari per la Volkswagen e per l'ex amministratore delegato del più importante gruppo automobilistico tedesco, Martin Winterkorn. La procura di Braunschweig ha aperto un'inchiesta contro di lui per manipolazione di mercato, in quanto il 22 settembre scorso, quando ha ammesso le infrazioni sulle emissioni dei motori diesel prodotti dalla casa di Wolfsburg, avrebbe dovuto anche informare gli investitori di possibili danni finanziari al gruppo. Le informazioni successive non sarebbero state sufficientemente tempestive. Lo scandalo era scoppiato quattro giorni prima, con la divulgazione di un'inchiesta condotta dalle autorità degli Stati Uniti.
Con Winterkorn è sotto inchiesta un altro manager della Volkswagen, del quale la procura non ha reso note le generalità, precisando però che non si tratta di Hans Dieter Poetsch, l'attuale presidente del gruppo, che all'epoca era direttore finanziario. La sua nomina a presidente è stata criticata nei mesi scorsi da diversi investitori istituzionali, che ritengono che prima o poi possa emergere un suo coinvolgimento nel dieselgate.
«Ci sono prove sufficienti per sostenere che il dovere di emettere una dichiarazione sulle significative perdite finanziarie della società esisteva» prima dell'ammissione da parte della Volkswagen, afferma una nota diffusa ieri dalla procura inquirente. Il gruppo automobilistico, da parte sua, afferma che «dall’indagine non sono emersi fatti nuovi».
I problemi giudiziari della Volkswagen e del management in carica al momento dello scoppio dello scandalo si sono ingigantiti dal settembre scorso. Inizialmente la casa di Wolfsburg ha accantonato 6,5 miliardi di euro per far fronte al costo di sistemare i motori che erano stati truccati per rispettare gli standard sulle emissioni. Il numero di auto coinvolte è di circa 11 milioni. Da allora, la cifra è salita già nel 2015 a 16,2 miliardi di euro per spese legali e altri costi.
Le vicende giudiziarie iniziate negli Stati Uniti hanno avuto un successivo riflesso in Europa e Volkswagen si trova oggi a doversi difendere da centinaia di cause su entrambe le sponde dell'Atlantico. Sono finiti sotto inchiesta 17 dirigenti potenzialmente coinvolti nelle manipolazioni dei motori. Diversi di loro hanno dovuto nel frattempo lasciare i rispettivi incarichi.
Anche la Bafin, l'organo di controllo dei mercati finanziari in Germania, sta conducendo un'inchiesta per stabilire se la Volkswagen abbia informato in modo adeguato gli investitori quando ha ammesso le manipolazioni dei motori diesel. Anzi, una portavoce della Bafin ha sostenuto ieri che l'inchiesta avviata dalla procura di Braunschweig si origina da un esposto presentato dallo stesso organo di controllo. Intanto, si avvicina la scadenza del 28 giugno fissata da un tribunale negli Stati Uniti, entro la quale la Volkswagen è impegnata a presentare negli Stati Uniti i termini di una compensazione da 10 miliardi di dollari.