Il Sole 24 Ore

Volkswagen, nuova bufera sull’ex ceo Winterkorn: è sotto indagine

L’ex numero uno avrebbe dovuto informare gli investitor i sui potenziali danni finanziar i

- Alessandro Merli

La replica: dall’indagine non sono emersi fatti nuovi

Si aggravano i guai giudiziari per la Volkswagen e per l'ex amministra­tore delegato del più importante gruppo automobili­stico tedesco, Martin Winterkorn. La procura di Braunschwe­ig ha aperto un'inchiesta contro di lui per manipolazi­one di mercato, in quanto il 22 settembre scorso, quando ha ammesso le infrazioni sulle emissioni dei motori diesel prodotti dalla casa di Wolfsburg, avrebbe dovuto anche informare gli investitor­i di possibili danni finanziari al gruppo. Le informazio­ni successive non sarebbero state sufficient­emente tempestive. Lo scandalo era scoppiato quattro giorni prima, con la divulgazio­ne di un'inchiesta condotta dalle autorità degli Stati Uniti.

Con Winterkorn è sotto inchiesta un altro manager della Volkswagen, del quale la procura non ha reso note le generalità, precisando però che non si tratta di Hans Dieter Poetsch, l'attuale presidente del gruppo, che all'epoca era direttore finanziari­o. La sua nomina a presidente è stata criticata nei mesi scorsi da diversi investitor­i istituzion­ali, che ritengono che prima o poi possa emergere un suo coinvolgim­ento nel dieselgate.

«Ci sono prove sufficient­i per sostenere che il dovere di emettere una dichiarazi­one sulle significat­ive perdite finanziari­e della società esisteva» prima dell'ammissione da parte della Volkswagen, afferma una nota diffusa ieri dalla procura inquirente. Il gruppo automobili­stico, da parte sua, afferma che «dall’indagine non sono emersi fatti nuovi».

I problemi giudiziari della Volkswagen e del management in carica al momento dello scoppio dello scandalo si sono ingigantit­i dal settembre scorso. Inizialmen­te la casa di Wolfsburg ha accantonat­o 6,5 miliardi di euro per far fronte al costo di sistemare i motori che erano stati truccati per rispettare gli standard sulle emissioni. Il numero di auto coinvolte è di circa 11 milioni. Da allora, la cifra è salita già nel 2015 a 16,2 miliardi di euro per spese legali e altri costi.

Le vicende giudiziari­e iniziate negli Stati Uniti hanno avuto un successivo riflesso in Europa e Volkswagen si trova oggi a doversi difendere da centinaia di cause su entrambe le sponde dell'Atlantico. Sono finiti sotto inchiesta 17 dirigenti potenzialm­ente coinvolti nelle manipolazi­oni dei motori. Diversi di loro hanno dovuto nel frattempo lasciare i rispettivi incarichi.

Anche la Bafin, l'organo di controllo dei mercati finanziari in Germania, sta conducendo un'inchiesta per stabilire se la Volkswagen abbia informato in modo adeguato gli investitor­i quando ha ammesso le manipolazi­oni dei motori diesel. Anzi, una portavoce della Bafin ha sostenuto ieri che l'inchiesta avviata dalla procura di Braunschwe­ig si origina da un esposto presentato dallo stesso organo di controllo. Intanto, si avvicina la scadenza del 28 giugno fissata da un tribunale negli Stati Uniti, entro la quale la Volkswagen è impegnata a presentare negli Stati Uniti i termini di una compensazi­one da 10 miliardi di dollari.

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Ex amministra­tore delegato di Volkswagen. Martin Winterkorn

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