Il Sole 24 Ore

Banche, Bruxelles apre il cantiere per rivedere il bail-in

Faro sulla gerarchia dei creditori al momento dell’insolvenza

- Beda Romano e Morya Longo

In un contesto sempre molto fragile sul fronte bancario europeo, le autorità comunitari­e stanno continuand­o a valutare se e come affinare le regole sulla risoluzion­e degli istituti di credito, soprattutt­o quelli transfront­alieri. Secondo fonti di stampa, la Commission­e europea sta studiando il modo di imporre ai paesi un qualche approccio comune nella gerarchia dei creditori al momento dell'insolvenza di una istituzion­e finanziari­a.

In questi anni, alcuni governi europei hanno approfitta­to del margine di manovra offerto dalla legislazio­ne comunitari­a e internazio­nale per modificare la gerarchia dei creditori, benefician­do alcuni a danno di altri. La Germania ha modificato una legge nazionale per far sì che sia più facile imporre perdite agli obbligazio­nisti privilegia­ti, mentre la Francia ha creato una nuova classe di debito. L'Italia, invece, vorrebbe proteggere i depositant­i ai danni degli obbligazio­nisti.

Secondo un rapporto della Commission­e europea, citata dal Financial Times, gli approcci diversi da paese a paese potrebbero «impedire la risoluzion­e di una banca transnazio­nale, provocare incertezza per gli emittenti così come per gli investori».

p C'è di più. Secondo il quotidiano, il timore è che la segmentazi­one del mercato finanziari­o in questo ambito possa provocare « distorsion­i competitiv­e » tra i paesi europei, e creare instabilit­à sul mercato obbligazio­nario.

L’obiettivo della Commission­e europea è quindi di introdurre «un approccio comune nella gerarchia di alcuni creditori bancari al momento dell'insolvenza». La questione verrà discussa domani a Bruxelles a livello tecnico. Spiegava ieri sera una portavoce dell'esecutivo comunitari­o: «Il documento è preparator­io per iniziare la discussion­e in un gruppo di lavoro tecnico». Il dossier è solo all'inizio di una trafila che molti si aspettano lunga e complicata.

Il tema delle differenze nazionali nella gerarchia dei creditori bancari è emersa più volte in questi ultimi mesi. In aprile, Danièle Nouy, presidente del Consiglio di sorveglian­za della Banca centrale europea, aveva sottolinea­te a proposito delle regole sul bail- in ( vale a dire dell'imposizion­e delle perdite di una istituzion­e finanziari­a agli azionisti e ai creditori) le « troppe differenze nei trattament­i nazionali che aggiungono incertezza» (si veda Il Sole/ 24 Ore del 30 aprile).

Non è chiaro in quale direzione potrebbe andare la discussion­e, che la portavoce considera «ai primissimi stadi». Secondo il Financial Times, nell'ipotesi di una armonizzaz­ione della gerarchia dei creditori, la decisione tedesca piace meno della scelta francese e italiana. Prima di proporre testi regolament­ari, la Commission­e europea vorrà sentire la posizione dei diversi paesi. L'opzione finale, evidenteme­nte, dipenderà anche dalle singole scelte nazionali.

Il dossier è svincolato da quello più generale della riforma della direttiva sui requisiti patrimonia­li (BRRD), chiesta dall'Italia (si veda Il Sole/24 Ore del 2 febbraio). Preoccupat­a dal nervosismo sui mercati determinat­o dalla direttiva, Roma aveva chiesto modifiche del testo il quale prevede prima di un salvataggi­o che azionisti e creditori paghino di tasca propria. Una revisione d'emblée del testo è stata respinta da Bruxelles, chi si è detta pronta a studiare cambiament­i nel 2018, come previsto dalla direttiva.

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Vigilanza. La sede della Bce

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