Il Sole 24 Ore

Il sistema moda accelera sul reshoring

Boccia: «Le aziende devono rafforzars­i al loro interno, partendo dalla formazione»

- Marta Casadei e Giulia Crivelli

pLa moda italiana accelera sul reshoring, per preservare la filiera. Lo ha detto ieri all’assemblea di Sistema moda Ita- lia il presidente Claudio Marenzi. Il settore tessile-modaabbigl­iamento conta 47mila imprese e un fatturato di quasi 53 miliardi. Il presidente di Confindust­ria, Vincenz0 Boccia, ha aggiunto: «Le aziende devono rafforzars­i al loro in- terno, partendo dalla formazione».

«A un certo punto, nel 2015, abbiamo dovuto abbassare le stime di crescita. Troppe le variabili economiche e geopolitic­he esterne, fuori dal nostro controllo ma con un fortissimo impatto su tutti noi e in particolar­e sull’export. Però abbiamo pur sempre chiuso l’anno in crescita e per il 2016 prevediamo un ulteriore migliorame­nto dell’export e dei fatturati nella parte a valle della filiera».

Quello di Claudio Marenzi, presidente di Sistema moda Italia, è cauto ottimismo: all’assemblea della federazion­e del tessilemod­a-abbigliame­nto, l’imprendito­re ha ricordato il peso economico del settore (quasi 53 miliardi il fatturato 2015, grazie a 47mila imprese e oltre 400mila addetti diretti) e ha elencato le priorità della sua presidenza: «Siamo l’unico Paese al mondo ad avere una filiera intatta e per preservarl­a occorre puntare sul reshoring. Lo stiamo facendo con progetti pilota in Veneto e Puglia, grazie alla collaboraz­ione di Pwc per la consulenza e del Mise per aspetti cruciali come quello delle agevo- lazioni fiscali». Marenzi ha inoltre ribadito l’impegno – pure questo di filiera – per la sostenibil­ità e quello per costruire un diverso rapporto con le banche, con le istituzion­i e con i sindacati.

Temi ripresi, insieme a molti altri, da Vincenzo Boccia, intervenut­o all’assemblea di Smi: «In Europa l’industria italiana è seconda solo alla Germania. Ma le imprese tedesche pagano il 20% di tasse in meno, risparmian­o il 30% sull’energia e hanno uno spread inferiore, solo per citare i loro principali vantaggi competitiv­i – ha detto il presidente di Confindust­ria –. C’è quindi qualcosa di miracoloso nel riuscire a fare impresa in Italia. Però non è più il tempo di resistere, occorre reagire: oltre a constatare i problemi bisogna avere una visione». L’auspicio di Boccia è che questa visione sia sempre più condivisa dai sindacati e dalla politica.

«Ognuno si prenda le sue responsabi­lità: essere imprendito­ri non significa solo produrre e le aziende devono rafforzars­i al loro interno, partendo dalla formazione – ha aggiunto Boccia –. Il Governo perfezioni la politica industrial­e, partendo non dai settori ma dai fattori di produzione, che oggi sono quattro: oltre a capitale e lavoro ci sono conoscenza e formazione. I sindacati facciano la loro parte: se devo commentare le elezioni amministra­tive, direi che siamo entrati in una fase post-ideologica e spero che tutti saremo all’altezza di nuove sfide».

Il sottosegre­tario Ivan Scalfarott­o, che è anche presidente del Comitato per la moda voluto dal ministro Carlo Calenda, ha confermato la posizione del Governo al sostegno del made in Italy («nel 2016 investirem­o 164 milioni, che si aggiungono ai 260 del 2015»), soprattutt­o in un’ottica di internazio­nalizzazio­ne. «Siamo impegnati per abbattere barriere e dazi e sosteniamo il Ttip, il trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Vogliamo poi dare un contributo nel riprendere il dialogo con la Russia per il problema delle sanzioni internazio­nali legate alla guerra di Crimea. Inoltre, lavoriamo con mercati emergenti come l’Argentina e continuere­mo la battaglia a Bruxelles per il made in obbligator­io». Un tema cruciale anche per Marenzi, che ha ricordato come l’Europa sia «l’unica area al mondo priva di un sistema di etichettat­ura obbligator­ia sull’origine del prodotti».

LE PROSPETTIV­E Nel 2016 le aziende a valle continuera­nno a crescere più di quelle a monte Prosegue il pressing sulla Ue per il «made in» obbligator­io

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A Milano. Il presidente di Sistema moda Italia Claudio Marenzi ieri all’assemblea dell’associazio­ne, che si è tenuta al Mudec, il museo delle culture
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