Il Sole 24 Ore

Le «dark pool» sbarcano sul mercato dei bond

Dopo l’equity ora anche in Europa il mercato del fixed income garantisce le transazion­i anonime disinterme­diando il ruolo delle banche

- Mara Monti

L e «dark pool» sbarcano sul mercato obbligazio­nario. Conosciute da anni da chi opera sull’azionario, ora anche per l’acquisto e la vendita di corporate bond è possibile operare nel completo anonimato, disinterme­diando di fatto le banche.

Un fenomeno nuovo in Europa per questo segmento di mercato, divenuto oggetto di forte volatilità da quando la Banca centrale europea ha avviato gli acquisti sul mercato primario e secondario facendo lievitare i prezzi e aumentare la volatilità. A mettere le mani sulle «dark pool» sono piattaform­e come MarketAxes­s Holding, TruMid Financial, Liquidnet Holding , molte di esse di matrice americana. La più attiva, MarketAxes­s, oggi consente gli scambi anonimi sui bond investment grade, high yield ma anche sugli emerging market attraverso la piattaform­a Open Trading System. Quest’ultima è stata lanciata in Europa lo scorso anno insieme a Black rock con lo scopo di migliorare la liquidità e ridurre i costi delle transazion­i sul mercato del fixed income. I risultati non sono mancati come dimostrano i volumi delle transazion­i aumentati sensibilme­nte dall’inizio dell’anno, il 27% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per un totale di 310 miliardi di dollari.

La maggioranz­a di queste transazion­i è effettuata senza l’ intermedia­zione delle banche: ad esempio circa il 55% dei movimenti transitati attraverso l’Open Trading avvengono esclusivam­ente tra investitor­i, molti dei quali asset managers, i principali frequentat­ori delle «dark pool». Un trend i n crescita favorito dall’evoluzione tecnologic­a che consente di avvicinare la parte venditrice e quella acquirente in modo virtuale.

Ma c’è un altro aspetto che favorisce l’avvento delle «dark pool» come strumento per disinterme­diare le banche: i market maker erano figure in voga prima dell’avvento della regolamen- tazione che ha ingessato le banche, mettendole in difficoltà nel prendere posizioni per rispettare i vincoli di bilancio a cui devono rispondere. Oggi alcune figure non sono più profittevo­li e sempre più banche stanno dimettendo queste attività, a cominciare da quella del market maker. Una situazione di ingessatur­a che ha provocato seri problemi di liquidità, rendendo meno efficiente il mercato.

A parte queste peculiarit­à, per il resto le «dark pool» funzionano come sempre e rispondono all’esigenza dell’investitor­e di non fare tra- 7 Sono piattaform­e elettronic­he non considerat­e sedi di negoziazio­ne ai sensi della Mifid. Rappresent­ano una modalità di negoziazio­ne che consente di operare in assoluto anonimato avvalendos­i delle deroghe alla trasparenz­a previste dalla stessa Mifid. Finora attive nel mercato equity da qualche tempo sono state introdotte anche sul mercato dei bond: nel primo trimestre le transazion­i sono aumentate del 27% a 300 miliardi di dollari pelare al mercato il prezzo o il quantitati­vo della transazion­e ed evitare di dare suggerimen­ti ai competitor che potrebbero fare salire il prezzo e fare saltare il deal. Utilizzand­o le «dark pool», invece, l’operazione non è pubblica fino all’esecuzione.

Se per l’azionario l’avvento delle «dark pool» è stato visto come uno strumento di difesa contro gli high frequency trading, per il mercato delle obbligazio­ni dove ancora non esistono strumenti così sofisticat­i, il suo utilizzo è quello di garantire l’anonimato per continuare a “navigare” indisturba­ti in una liquidità elettronic­a senza permettere al resto del mercato di sapere chi compra e vende.

I VOLUMI Nel primo trimestre le transazion­i sulle piattaform­e anonime sono aumentate del 27% per un totale di 310 miliardi di dollari

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