Il Sole 24 Ore

Il maxi-arsenale inutilizza­to della liquidità

- Andrea Franceschi

pD all’ultimo dei sondaggi che BofA Merrill conduce mensilment­e tra i gestori di fondi in tutto il mondo c’è un numero che più di altri merita di essere segnalato: quello sulla quota del portafogli­o che i gestori destinano alla liquidità e che, questo mese, si è attestata mediamente al 5,7 per cento. Sui massimi addirittur­a dal 2001.

Nelle fasi più turbolente di mercato il denaro contante, insieme ad altri cosiddetti «beni rifugio», è tra le classi di investimen­to predilette, Gli investitor­i tendono a mettere al riparo il portafogli­o dalla volatilità in attesa di tempi migliori. L’indice elaborato dalla banca americana, che monitora proprio questo indicatore rilevato con i sondaggi, ha registrato delle forti impennate tra il 20082009 ( la grande crisi finanziari­a seguita al crack della Lehman Brothers) e tra il 2011 e il 2012 (crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona). Il fatto che ri- salga ora, prima del Referendum britannico sulla permanenza nell’Ue, è indicativo del nervosismo con cui gli operatori si preparano a questo importante evento. Ma oltre ad essere un termometro dell’avversione al rischio il numero dice anche un’altra cosa. E cioè che, se l’esito del referendum dovesse essere quello che i mercati auspicano, ossia la vittoria del « Bremain » , l’inevitabil­e rialzo dei mercati potrebbe essere amplificat­o. Per la banale ragio- ne che tutta questa liquidità, che è come se fosse un enorme arsenale inutilizza­to, tornerà ad essere impiegata. Resistere alla tentazione di sparare qualche cartuccia prima di sapere l’esito del voto non è facile per chi opera sui mercati. In questo senso va letto il rally registrato dai mercati europei lunedì (+ 3,30% il rialzo medio delle Borse continenta­li) che è stato sproposita­to se si pensa che il voto arriverà solo giovedì.

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